A 40 anni dalla legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), l'Associazione Coscioni sottolinea come la priorità sia dare una corretta applicazione alla legge e lancia 4 proposte concrete per la tutela della salute riproduttiva.
Il punto, spiega l'associazione, è "regolamentare l'obiezione di coscienza (al sud coinvolge l'83,5% dei ginecologi) e favorire la pillola al posto dell'intervento chirurgico, privilegiando il Day Hospital ed evitando così un ricovero di tre giorni, risparmiando risorse da investire in Consultori, Contraccezione e nella promozione di una corretta informazione per tutti". La legge, sostiene l'associazione, andrebbe "applicata in maniera legale ed appropriata, evitando così di minare le fondamenta, la sostenibilità e l'equità del sistema e risparmiando oltre 10 miliardi di euro, un peso insostenibile sulle casse del nostro Sistema sanitario".
Queste le 4 proposte: regolamentare l'obiezione di coscienza perchè in Italia, afferma l'associazione, "nonostante l'aborto sia legalizzato, l'obiezione di struttura, non ammessa dalla legge 194 (solo il 60% degli ospedali con reparto di ostetricia ha un servizio IVG) e la dilagante obiezione di coscienza, aggravano anno dopo anno il disservizio in molte Regioni, limitando di fatto il diritto alle scelte riproduttive e alla salute di molte donne che vivono nel nostro paese"; favorire la pillola RU 486 al posto dell'intervento chirurgico: "In molti Paesi - rileva la Coscioni - le 'pillole abortive' vengono dispensate in regime ambulatoriale, in strutture analoghe ai nostri consultori o addirittura dai medici di medicina generale. In Francia, ma non solo, dal 2004 esiste una rete sanitaria 'medico-ospedale' finanziata con fondi pubblici che permette di effettuare una IVG farmacologica al di fuori della struttura ospedaliera"; privilegiare il Day Hospital evitando un ricovero di tre giorni; risparmiare risorse da investire in Consultori e Contraccezione.