Eleonora, dopo un anno e mezzo in cura per un tumore osseo, non c'e' piu'.Ma grazie a lei i bambini e i
ragazzi in cura presso l'Istituto Rizzoli di Bologna hanno una nuova stanza in cui giocare, dove a dominare non e' il grigio
della corsia, ma i colori variopinti dei murales. Eleonora aveva 12 anni quando ha avuto diagnosticato un
osteosarcoma alla gamba. Le cure sono state pesanti e lunghe, ma lei non ce l'ha fatta. "Con una diagnosi cosi' pesante in un'eta' cosi' bella, Eleonora si e' sentita tradita dalla vita - spiega la mamma Sabrina Bergonzoni - e si e' trovata in una malattia che e' un inferno. Quando pero' arrivava qualcosa dall'esterno, un gioco o un'attivita' ricreativa - prosegue - lei riusciva un po' a risalire la china, a risollevare l'umore. Questo aspetto e' molto importante". Da qui e' nata l'idea di ricordare la figlia raccogliendo, grazie all'associazione 'Agito', giochi e materiali da donare a bambini e ragazzi ricoverati. Al progetto
lanciato in rete hanno contribuito, con entusiasmo, centinaia di persone. Proprio grazie a questa larga risposta si e' pensato di fare un passo in piu', creare una ludoteca in corsia. Cosi' e' nata 'La stanza dei desideri di Eleonora', ideata insieme
all'associazione Arcs Onlus (Associazione per la Ricerca e Cura dei Sarcomi). Con libri, dvd, giochi da tavolo, biliardino e pelouche, lo spazio e' a disposizione dei giovani pazienti oncologici ricoverati nella Clinica Terza del Rizzoli. Il soffitto e le
pareti sono stati dipinti con la collaborazione artistica del writer bolognese Rusty, che ha coinvolto nell'iniziativa un
gruppo di giovani con precedenti per imbrattamento dei muri. Non mancano divanetti per rilassarsi, un tavolo per disegnare e postazioni per il computer. "Per alcune patologie - osserva il direttore generale del Rizzoli, Mario Cavalli - serve
trascorrere molto tempo in ospedale, e questo tempo e' molto pesante, sia per i bimbi che per i genitori. Oggi per loro -
conclude - abbiamo uno spazio che prima non c'era ed e' una iniziativa realizzata grazie al contributo di tantissime
persone: dalla mamma di Eleonora agli artisti, dai cittadini che hanno donato a medici e infermieri dell'ospedale che hanno
contribuito in prima persona"