"Ulteriori misure di prevenzione sui cittadini di ritorno dalle aree a rischio", e' quanto e' stato valutato dalla riunione del tavolo tecnico scientifico che si e' riunita oggi dopo il consueto appuntamento della task-force sul coronavirus del Ministero della Salute alla presenza del ministro, Roberto Speranza.
Massimo livello di allerta in Italia per prevenire la diffusione del coronavirus, responsabile dell'epidemia di infezione polmonare in Cina: in tutti gli aeroporti sono state elevate le misure di controllo, con 628 volontari impegnati nei piani di sorveglianza, ed in quelli principali sono stati installati termoscanner per il controllo delle temperatura corporea. Solo nello scalo di Fiumicino, oltre 24mila sono i passeggeri controllati in 24 ore. La buona notizia è che dai controlli negli scali non è emersa finora alcuna situazione sospetta ma, avvertono gli epidemiologi, non si può escludere che nuovi casi possano verificarsi nel nostro Paese.
Intanto, restano gravi le condizioni della coppia cinese ricoverata all'Istituto Spallanzani di Roma mentre si è dimostrato un falso allarme quello della donna di Verona che, impiegata nell'Hotel dove aveva soggiornato la coppia, è risultata negativa al test dopo il ricovero precauzionale.
Negli aeroporti sono stati fatti già vari controlli con gli scanner, hanno spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza ed il commissario all'emergenza Coronavirus Angelo Borrelli, "ma, al momento, nessun controllo ha dato esito positivo". L'Italia, ha chiarito Speranza, "ha scelto un livello di precauzione che in questo momento è uno dei più alti del mondo". Nonostante ciò, il rischio non è escluso, come rileva il direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza: "I provvedimenti presi dal governo italiano in anticipo rispetto agli altri paesi Ue diminuiscono certamente la probabilità di arrivo di pazienti infetti, il che naturalmente non vuol dire che si possa escludere questa evenienza, anche perché il traffico dei passeggeri verso l'Europa non sarà mai del tutto bloccato.
Quindi in questa fase si deve ragionare in termini probabilistici, ed è errato - avverte - fare riferimento ad un ipotetico 'rischio zero'". E per Walter Ricciardi, ex presidente dell'Iss e ordinario di Igiene all'Università Cattolica di Roma, "nelle prossime due settimane ci si gioca la possibilità di contenere l'epidemia in Cina e non farla arrivare fuori, ma la cosa importante è prendere decisioni basate sulle evidenze scientifiche e la solidarietà". Nel frattempo, sempre in Italia, i controlli sono partiti pure nei porti ed estesi alle navi provenienti da Paesi europei, mentre per ora i test con i termoscanner sono operativi a Fiumicino, Malpensa e Cagliari.
Negli altri scali si utilizzano i termometri a pistola ma, ha assicurato Borrelli, "non ci sono stati disservizi e la macchina si sta rodando". Quanto all'eventuale rimpatrio degli italiani ancora in Cina, Borrelli ha sottolineato che è "una valutazione da fare tenendo conto dell'evoluzione della situazione. Noi - ha detto - comunque abbiamo già bloccato i voli". Il commissario ha anche fatto sapere di aver firmato un'ordinanza di Protezione civile per scongiurare la perdita dell'anno scolastico a 114 ragazzi occupati in scambi culturali con la Cina, tra cui il ragazzo diciassettenne rimasto in Cina perchè aveva la febbre. Ma se sul fronte italiano i controlli stanno funzionando, resta la necessità di un maggiore coordinamento internazionale.
Un aspetto, questo, rimarcato dallo stesso Speranza il quale ha affermato di aver chiesto "con insistenza una riunione dei ministri della Salute europei e penso - ha annunciato - che a breve sarà convocata". In queste ore il ministro sta infatti sollecitando ulteriori riunioni di natura internazionale: "Ho sentito vari ministri della Salute dell'Ue perché si faccia al più presto una riunione e si possa costruire un coordinamento sulle scelte da assumere". Intanto, restano invariate le condizioni della coppia cinese ricoverata da una settimana allo Spallanzani. I due, marito e moglie, sono ancora in terapia intensiva dopo che le loro condizioni si erano aggravate. Il peggioramento potrebbe però rientrare nel decorso del virus che prevede anche momenti di "crisi", in questo caso dovuti a difficoltà respiratorie. Un secondo caso in osservazione è stato però registrato a Verona: si tratta, secondo fonti sanitarie, della receptionist dell'albergo dove hanno alloggiato i due cittadini cinesi colpiti dal coronavirus. Si attendono i risultati dei test clinici sulla paziente, al momento ricoverata. Anche lei - come l'addetta alle pulizie poi risultata colpita da banale influenza e dimessa - sarebbe entrata in contatto con la coppia di turisti. (ANSA).