(ANSA) - ROMA, 16 DIC - L'uso del plasma iperimmune,
prelevato cioè da persone guarite dal Covid, è stata indicata
fin dall'inizio dell'epidemia come una delle terapie possibili
contro il virus, e in attesa che arrivino prove certe
dell'efficacia nei centri trasfusionali italiani si sta
procedendo a raccoglierlo. Lo testimonia il monitoraggio
periodico del Centro Nazionale Sangue, secondo cui nelle banche
del sangue dei sistemi regionali italiani sono attualmente
disponibili 4.470 subunità di plasma iperimmune .
Il plasma, afferma un post sul sito del Cns aggiornato al 14
dicembre, è stato raccolto da 161 servizi trasfusionali
distribuiti su tutto il territorio nazionale. Di queste
sub-unità, che rappresentano la dose minima da infondere nel
ricevente, 825 hanno un titolo di anticorpi neutralizzanti
uguale o superiore a 1:160. "Complessivamente - si legge - in
Italia sono state prodotte 10.414 sub-unità di plasma iperimmune
donato da 8.218 donatori guariti dal Covid-19 e ne sono state
trasfuse 5.731".
L' uso del plasma iperimmune come terapia contro il Covid è
oggetto di diversi studi in tutto il mondo, Italia compresa,
dove sono sei le sperimentazioni registrate sull'argomento. Il
principale test italiano, quello denominato Tsunami, ha appena
concluso la fase di arruolamento dei pazienti previsti, 474, e
ora si attendono i risultati. "Il plasma da soggetti
convalescenti - sottolinea sempre il Cns - è stato utilizzato in
un recente passato durante le epidemie di SARS nel 2002 ed Ebola
nel 2015, e negli ultimi mesi sono stati pubblicati su diverse
riviste scientifiche i risultati di alcuni studi clinici
internazionali ed italiani. Inoltre, diverse sperimentazioni
cliniche in corso nel mondo stanno cercando di verificare se la
terapia con il plasma iperimmune sia efficace. A tutt'oggi non
ci sono, però, evidenze scientifiche conclusive sull'efficacia
di questa terapia e pertanto essa è da considerarsi al momento
sperimentale."
In attesa del contributo italiano nell'ultimo periodo si
registrano pubblicazioni quantomeno scettiche sulla possibilità
che il plasma possa essere utile. L'ultima in ordine di tempo
risale a due settimane fa, ed è stato pubblicato sul New England
Journal of Medicine. Secondo il consorzio di ricercatori
argentino Plasmar il 'plasma non è efficace nei casi gravi,
visto che non riduce nè il tempo di guarigione nè la mortalità.
Era scettica anche una pubblicazione della Cochrane Library,
organizzazione che 'fa le pulci' alle ricerche mediche, che
nelle conclusioni riportava appunto che le prove di efficacia
fornire da alcuni studi già pubblicati sono 'deboli'. (ANSA).