Due persone su tre (il 67%) sono disponibili a vaccinarsi contro il Covid-19, la percentuale sale tra gli anziani (84%). Sono i primi risultati di un approfondimento realizzato nell'ambito delle sorveglianze Passi e Passi d'Argento, coordinate dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), nei mesi tra agosto e novembre su un campione di 2.700 intervistati, attraverso il modulo Covid. I più giovani, 18-34enni, sarebbero ben disposti a vaccinarsi (76%) rispetto ai 50-69enni (67%) e ai 35-49enni (59%).
"I risultati di questa ricerca mostrano un atteggiamento di responsabilità degli italiani", dice Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss. Il 32% della popolazione tra i 18 e i 69 anni ha dichiarato che le proprie risorse economiche sono peggiorate a causa della pandemia. Tra i più giovani, ma soprattutto nella fascia 35-49 anni la quota sale al 36%, è del 28% fra i 50-69enni. Lo dice un approfondimento realizzato nell'ambito delle sorveglianze Passi e Passi d'Argento, coordinate dall'Iss. Un lavoratore su tre ha subito perdite economiche: mantenendo lo stesso lavoro ma con ridotta retribuzione (28%) o perdendolo del tutto (il 4%). Durante il lockdown di marzo-aprile il 37% ha continuato a lavorare nella sede abituale, il 33% ha lavorato in modalità smart working. Con il Covid il 44% degli ultra 65enni ha rinunciato ad almeno una visita medica (o esame diagnostico) di cui avrebbe avuto bisogno, in particolare il 28% ha dovuto rinunciarvi per sospensione del servizio mentre il 16% lo ha fatto volontariamente per timore del contagio. "Questi dati - spiega la ricerca - non mostrano differenze significative per caratteristiche sociodemografiche dei rispondenti. Tuttavia, si nota che la scelta di rinunciare volontariamente alla visita medica o all'esame diagnostico per timore del contagio è più frequente fra le donne (19% contro il 13% fra gli uomini) e fra le persone con un livello di istruzione maggiore. "I dati hanno un valore fondamentale poiché orientano sui bisogni di continuità socioassistenziale. In questi mesi di emergenza sanitaria, infatti, è necessario alzare il livello di attenzione sui bisogni legati alle conseguenze della "fatica pandemica" e questi dati sono importanti indicazioni soprattutto per la tutela dei più fragili", dice Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss.
"La quasi totalità degli intervistati riferisce di aver indossato "sempre" la mascherina nel caso di uso dei trasporti pubblici e nei locali pubblici. Senza distinzione di età, genere o condizioni sociali, la stragrande maggioranza dei residenti in Italia indossa le mascherine in queste circostanze": sono i primi risultati di un approfondimento realizzato nell'ambito delle sorveglianze Passi e Passi d'Argento, coordinate dall'Iss, nei mesi tra agosto e novembre su un campione di 2.700 intervistati, attraverso il modulo Covid. "Anche l'uso della mascherina all'aperto è elevato - osserva la ricerca - riferiscono di indossare spesso/sempre la mascherina all'aperto il 74% dei 18-69enni e l'84% degli ultra 65enni. Non si intravedono differenze per classi sociali, si intravede invece una differenza di genere con le donne più propense degli uomini all'uso della mascherina (78% vs 69% fra gli adulti; 86% vs 81% fra gli anziani). Anche i più giovani di 18-34 anni riferiscono un uso della mascherina all'aperto non troppo diverso da quello del resto degli adulti".