L'agenzia europea del farmaco ha detto sì al vaccino di Oxford-AstraZeneca. Sarà in commercio per tutti gli adulti, anche per gli over 55.
Ma Berlino ha già frenato: lo inietterà solo alle fasce di popolazione più giovani. E anche il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso perplessità sull'utilizzo per i senior dopo che gli stessi esperti dell'Ema hanno ammesso di non avere tutti i dati sull'efficacia per quella fascia di età. L'Italia invece deciderà domani, 30 gennaio, con la riunione dei tecnici dell'Aifa. Ma sullo sfondo della buona notizia, resta lo scontro tra Bruxelles ed il colosso farmaceutico anglo-svedese. La Commissione europea ha infatti pubblicato il contratto con AstraZeneca dopo giorni di braccio di ferro e ha dato il via libera al cosiddetto 'meccanismo per la trasparenza' sull'export, con cui potrà rifiutare l'autorizzazione dei trasferimenti dei vaccini coperti da accordi di pre-acquisto e già pagati con i soldi dei contribuenti europei. Un vero e proprio guanto di sfida - censurato dall'Oms - mentre si fanno sempre più insistenti voci su stock di dosi, già partite verso il Regno Unito, dallo stabilimento belga di AstraZeneca, a Seneffe.
A scendere in campo è stata direttamente la presidente dell'Esecutivo comunitario Ursula von der Leyen, che domenica pomeriggio avrà un incontro con i Ceo delle aziende per fare il punto della situazione. Il contratto con AstraZeneca "è chiarissimo - ha indicato la leader - ci sono ordini vincolanti", con "quantità di consegne per il quarto trimestre del 2020 e per il 2021". Quanto alla clausola del 'best effort', il massimo sforzo, "è superata - ha sottolineato -. Si applicava fino a quando non fosse stato chiaro se potevano sviluppare un vaccino. Quel tempo è ormai passato". Le fabbriche del Regno Unito poi, incluse nell'accordo, dovranno fornire le dosi ai 27, ha ribadito la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides; mentre il governo di Boris Johnson si è infuriato per la minaccia dell'Ue di imporre controlli sui vaccini prodotti nel continente e indirizzati in Irlanda del Nord (contro gli accordi post Brexit sullo status speciale dell'Ulster a tutela del confine aperto con Dublino). L'ad di AstraZeneca Pascal Soriot, che nei giorni scorsi aveva rilasciato dichiarazioni incendiarie, ha invece preferito gettare acqua sul fuoco, godendosi il via libera dell'Ema e l'autorizzazione alla commercializzazione per il mercato dell'Unione, arrivata poche ore più tardi. "Lasciamo le polemiche per un altro giorno", ha tagliato corto.
"Ci sono milioni di dosi" di vaccino "efficaci al 100% nei casi gravi e pronte per essere inviate nei Paesi Ue già nei prossimi giorni", ha assicurato il Ceo, spiegando che si sta puntando ad incrementare il target di 31 milioni di dosi per l'Ue. "Stiamo producendo 100 milioni di dosi al mese e siamo solo all'inizio", ha aggiunto. Tutto starà ora nel vedere se dalle promesse il colosso farmaceutico saprà passare ai fatti. E poi occorrerà anche capire quanto l'immunizzazione abbia efficacia contro le varianti del virus. Perché per il momento, ha evidenziato la direttrice dell'Ema Emer Cooke, "non ci sono dati". Proprio per difendersi dalle varianti, che nell'attesa di poter creare un'immunità di gregge fanno ancora più paura, le cancellerie europee hanno dato l'ok alla linea di coordinamento sulla stretta ai viaggi, con aggiunte di test e quarantena. Ma l'Ema si aspetta "a breve" anche una richiesta di autorizzazione per il siero sviluppato da Johnson e Johnson, di cui ha già sentito "risultati promettenti". E buone notizie arrivano pure dall'americana Novavax: il loro siero sarebbe efficace quasi al 90%, anche sulla temuta mutazione britannica del virus. Intanto Budapest guarda ad oriente. Dopo aver autorizzato l'immunizzazione d'urgenza con l'antidoto russo Sputnik V, ora l'Ungheria è il primo Paese dell'Unione ad aver approvato anche il cinese Sinopharm, acquistandone già 5 milioni di dosi.