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Covid: 1.820 nuovi casi, 82 vittime. Il tasso di positività è del 2,1%

Due mesi fa erano al 41%. Nessuna regione oltre soglia d'allerta

Redazione ANSA

Sono 82 i morti per il Covid registrati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 44). I positivi sono stati 1.820, in calo rispetto ai 2.949 di ieri, secondo i dati del ministero della Salute.  In totale i casi dall'inizio dell'epidemia sono 4.217.821, i morti 126.128. I dimessi ed i guariti sono invece 3.858.019 , con un incremento di 6.358 rispetto a ieri, mentre gli attualmente positivi scendono a 233.674, in calo di 4.622 nelle ultime 24 ore. In isolamento domiciliare ci sono 226.159 persone (-4.485 rispetto a ieri).Sono 86.977 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 164.495. Il tasso di positività è del 2,1%, in aumento rispetto all'1,8% di ieri (+0.3%). Sono 1.033 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, in calo di 28 rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 38 (ieri erano stati 27). Sono invece 6.482 i pazienti ricoverati con sintomi nei reparti ordinari, 109 in meno nelle ultime 24 ore.

Gelmini, la fine dello stato di emergenza è vicino - "Se il lavoro proseguirà in modo positivo, e non ho dubbi di crederlo, la fine dello stato di emergenza è vicino". Lo dice il ministro Mariastella Gelmini a Radio Radicale invitando "a continuare ad usare tutte le precauzioni che abbiamo imparato ad utilizzare nel quotidiano, e soprattutto ad avere fiducia nelle vaccinazioni". "C'è ancora una piccola parte della popolazione che ha delle resistenze e noi dobbiamo dare un messaggio di grande fiducia nella scienza. Il piano vaccinale sta funzionando Continuando così, con la riduzione dei contagi e della pressione nelle strutture sanitarie, la fine dello stato di emergenza si avvicina"

Agenas, terapie intensive al 12% ai minimi da autunno - Scende ancora, fino a quota 12%, a livello nazionale, la percentuale di posti letto nelle terapie intensive degli ospedali italiani occupati da pazienti Covid e senza che nessuna regioni superi la soglia di allerta del 30%. Mentre calano all'11% i posti in reparto, anche in questo caso con tutte le regioni sotto la soglia d'allerta, che è pari al 40%. Questi i numeri, relativi al 30 maggio, forniti dall'Agenas e basati su una rielaborazione di quelli forniti della Protezione Civile. Si tratta dei valori più bassi mai raggiunti dall'inizio del monitoraggio Agenas, ovvero da novembre 2020. Secondo l'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, i dati sono ancora più significativi se si confrontano con quelli di due mesi fa: il 29 marzo, infatti, le terapie intensive Covid erano al 41% e i ricoveri Covid al 44%. 
Questo, nel dettaglio, è ora il tasso di occupazione da parte di pazienti Covid nelle terapie intensive e nei reparti di area medica (malattie infettive, medicina generale e pneumologia) delle varie Regioni e Province autonome:
Abruzzo (8% intensive, 10% reparti ordinari); Basilicata (2%, 13%); Calabria (11%, 26%); Campania (10%, 8%); Emilia Romagna (13%, 8%); Friuli Venezia Giulia (3%, 3%); Lazio (16%, 14%); Liguria (14%, 7%); Lombardia (17%, 13%); Marche (13%, 10%); Molise (5%, 4%); PA di Bolzano (3%, 4%); PA di Trento (14%, 4%); Piemonte (13%, 11%); Puglia (11%, 15%); Sardegna (6%, 9%); Sicilia (8%, 14%); Toscana (21%, 8%); Umbria (5%, 9%); Valle d'Aosta (3%, 3%); Veneto (5%, 5%).

Anelli, terza dose dai medici di famiglia se diventa routine - "E' un atteggiamento di prudenza valutare che, se l'immunizzazione da Covid non è duratura come per altri vaccini, vada pianificato che nel giro di 9-12 mesi ci sia un'altra somministrazione. Che siano i medici di famiglia a farlo è la cosa più logica, così come avviene per l'influenza. Ma a condizione che vengano tenuti in conto i carichi di lavoro". Lo ha detto all'ANSA il presidente della Federazione degli Ordini dei medici Filippo Anelli. Che chiede l'apertura di un tavolo sindacati-ministro della Salute perchè "per organizzare tutto con modalità ordinaria bisogna rafforzare la Medicina generale, e contrattualizzare un accordo". 

Pediatri, 2 mesi per vaccinare gli adolescenti, scuole sicure -  "Possiamo arrivare a vaccinare con la prima dose gli adolescenti fino ai 16 anni in due mesi. Per questo l'obiettivo di una ripartenza in sicurezza delle scuole è realistico". A dirlo è Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri in vista dell'ok Aifa al vaccino per questa fascia di età atteso per oggi. La Fimp ha calcolato che in media ogni pediatra di libera scelta ha in carico circa 200 ragazzi e ragazze tra i 12 e 16 anni. "Con ogni fiala si possono fare 6 dosi, sono 30 somministrazioni a settimana con una fiala al giorno", dice Biasci che ringrazia il ministro Speranza, "per la fiducia mostrata" 

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