Un piano di azione con risorse "adeguate", "basato sulle evidenze scientifiche" e realizzato con il contributo dei professionisti salute mentale del Paese. E' questa la richiesta inviata al ministro della Salute Roberto Speranza che arriva dalla terza Conferenza nazionale del Coordinamento dei direttori dei Dipartimenti di salute mentale, che ne riunisce 91 in rappresentanza di più del 75% dei dipartimenti italiani.
"Chiediamo un incontro urgente con il Ministro per presentare i contenuti delle nostre proposte e la bozza di una proposta costitutiva di nuove Linee di indirizzo per il rilancio della salute mentale, con il Progetto Obiettivo tutela della salute mentale 2021-2030 .- dichiarano Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società italiana di psichiatria (SIP), e fondatori del Coordinamento nazionale dei Dipartimenti di salute mentale italiani - Vorremmo far sentire la nostra voce come servizi che trattano i concreti problemi della salute mentale, e contribuire in questo momento delicato a portare avanti progetti con una più forte adesione alle evidenze scientifiche, tralasciando ideologie antiche su battaglie che oggi non hanno più alcuna utilità, anche in considerazione degli eventi pandemici".
Per gli psichiatri "è necessario ridefinire la quota di spesa per i Dsm, inchiodata da oltre 20 anni al 3,5% del Fondo sanitario regionale con poco più di 4 miliardi di euro, per aumentare i servizi e coprire le richieste crescenti dei cittadini in ogni fascia d'età".
Secondo i dati che si rifanno al Rapporto della Salute mentale del 2018, realizzato dal Ministero della Salute, in Italia ci sono oltre 140 Dipartimenti di salute mentale con poco più di 26mila persone che lavorano nelle unità operative psichiatriche pubbliche (tra cui il 18,9% psichiatri e il 6,3% psicologi). Per la degenza ordinaria ci sono 9,7 posti letto ogni 100.000 abitanti. (ANSA).