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Iss, il tasso dei decessi tra i non vaccinati è 9 volte più alto

Cala dal 95% all'82% la protezione dei vaccinati da oltre 6 mesi. Il 64% dei ricoverati nelle intensive e il 45% dei morti è tra i no-vax

Redazione ANSA

Il tasso di decesso nei non vaccinati (65 per 100.000) è circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro sei mesi (7 per 100.000) e sei volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi (11 per 100,000). Lo rileva il Report esteso di sorveglianza dell'Istituto superiore di sanità (Iss), che completa il monitoraggio settimanale.

Nell'ultimo mese il 64,0% dei ricoveri in terapia intensiva e il 45,3% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino anti-Covid. Il dato emerge sempre dal Report. Nel periodo 8/10/2021 - 7/11/2021, rileva l'Iss, nelle terapie intensive si registrano 424 persone non vaccinate su un totale di circa 8 milioni di non immunizzati in Italia, e sono presenti 177 ricoverati vaccinati completi da meno di 6 mesi su 39 milioni di vaccinati completi.

Negli ultimi 30 giorni, si legge nel Report esteso, sono stati notificati 50.564 casi di Covid-19 (39,9%) fra i non vaccinati, 3.980 casi (3.1%) fra i vaccinati con ciclo incompleto, 60.407 casi (47,7%) fra i vaccinati con ciclo completo entro sei mesi, 11.215 (8,9%) fra i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi e 537 casi (0,4%) fra i vaccinati con ciclo completo con dose aggiuntiva/booster.

    Il 51,0% delle ospedalizzazioni, il 64,0% dei ricoveri in terapia intensiva e il 45,3% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. Ricoverati in terapia intensiva, di contro, si registra 14 casi (2,1%) tra i vaccinati con ciclo incompleto; 177 casi (26,7%) tra vaccinati con ciclo completo entro 6 mesi; 45 casi (6,8%) tra vaccinati con ciclo completo da più di 6 mesi e 2 casi (0,3%) tra vaccinati con ciclo completo più dose aggiuntiva/booster.

La protezione determinata dal vaccino anti-Covid per i vaccinati da più di 6 mesi cala dal 95% all'82%. Lo rileva il Report esteso di sorveglianza dell'Istituto superiore di sanità (Iss), che completa il monitoraggio settimanale. "Dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale - afferma l'Iss - si osserva una forte diminuzione dell'efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età".

Pregliasco: 'Terze dosi a rilento, attenzione al Natale' - Le terze dosi per il vaccino anti-Covid "vanno a rilento. Attenzione al Natale". Così Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, ai microfoni di iNews24, sulle prossime festività natalizie. "Credo che dobbiamo preoccuparci, cioè pianificare le cose immaginando uno scenario non piacevole, alla luce anche di quello che sta succedendo in Europa. L'ideale - spiega - sarebbe vaccinarsi se non lo si è ancora fatto. Soprattutto dovremmo andare avanti con le terze dosi. Come stiamo vedendo in questo momento, stiamo andando avanti con un po' di lentezza. Invece è importante proteggere al meglio chi è già vaccinato per evitare la riduzione dell'efficacia del vaccino. Poi rimane adottare un grande buonsenso e pianificare i contatti". Ogni contatto interpersonale, aggiunge, "è a rischio e dobbiamo fare attenzione, soprattutto nel caso di visite ai parenti più fragili e a rischio infezione. In occasione dei cenoni, ridimensionarli. Poi tutto dipende da come evolverà l'andamento del virus nelle prossime settimane".

"Nello scenario peggiore, i modelli matematici ci dicono che potremmo arrivare a 30mila casi al giorno nell'arco di tre o 4 settimane se non si attuano interventi di rafforzamento delle misure di prevenzione come incentivare le vaccinazioni, rivedere il green pass adottando il modello 2g - ovvero con un accesso solo ai vaccinati o guariti nei luoghi di ricreazione, ma mantenendo la possibilità del tampone per andare al lavoro - e avere una maggiore consapevolezza del pericolo mantenendo alta l'attenzione sulla limitazione dei contatti". Lo afferma all'ANSA Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore Sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. "Credo che sarà necessario che il governo - ha aggiunto - studi modalità che riducano il numero dei contatti e garantiscano maggiore sicurezza nei movimenti, questo per non tornare indietro".

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