Per il secondo giorno consecutivo cala il numero dei nuovi positivi al virus SarsCoV2, che nelle ultime 24 ore sono stati 184.615 rispetto ai 196.224 del giorno precedente. Ed anche il dato giornaliero sulle terapie intensive indica una sostanziale stabilità, anche se crescono i ricoveri in una settimana. Un primo rallentamento, dunque, in attesa del picco dei casi che, secondo gli esperti, si raggiungerà nell'arco di 5-10 giorni. E mentre prosegue la campagna vaccinale, l'ultimo Report dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica di Roma Altems quantifica l'altissimo costo imputabile alle mancate vaccinazioni: 143 milioni di euro in un mese. I dati del bollettino quotidiano del ministero della Salute segnalano dunque un calo di contagi nelle 24 ore a fronte, tuttavia, di un aumento dei decessi, pari a 316 rispetto ai 313 di ieri, che resta tuttavia l'ultimo indicatore a risentire di una eventuale discesa. Pressochè stabile pure il numero di tamponi molecolari e antigenici pari a 1.181.179 contro 1.190.567 del giorno precedente. Il tasso di positività è al 15,6%, in calo rispetto al 16% di ieri.
Quanto alle ospedalizzazioni, sono 1.668 i pazienti in terapia intensiva, uno in meno nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 156, lo stesso numero di ieri. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono invece 17.648, ovvero 339 in più rispetto a ieri. Da parte sua, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali Agenas rileva che è stabile al 18%, in Italia, la percentuale di terapie intensiva occupate da pazienti Covid, ma cala in 8 regioni. E' stabile al 27% anche la percentuale di posti nei reparti di area non critica occupati da pazienti Covid, ma in 24 ore, rileva sempre Agenas, cresce in 9 regioni. Il quadro su base settimanale continua però ad essere di allerta, secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Dal 5 all'11 gennaio, afferma la Fondazione, "continua a crescere la pressione sugli ospedali sia nei reparti di area medica che nelle intensive". Salgono infatti del 31% i ricoveri di pazienti Covid-19 con sintomi e del 20,5% le terapie intensive. Ma a crescere del 35,4% sono anche i decessi. Ed il sovraccarico degli ospedali, avverte Gimbe, "comporta il rinvio della cura di altre malattie". Inoltre, sempre nella settimana 5-11 gennaio si rileva un aumento del 49% dei nuovi casi di Covid, che sono stati un milione e 207.689 rispetto agli 810.535 della settimana precedente. Intanto, si guarda al picco, momento a partire dal quale si dovrebbe assistere ad un decremento della curva. Secondo il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), "fra 5-10 giorni si prevede il picco dell'incidenza dei positivi totali", ossia dei positivi sia ai test molecolari che agli antigenici rapidi, mentre a livello regionale "i dati confermano il raggiungimento del picco dei positivi totali in Toscana e Umbria, e sono quasi al picco Abruzzo e Lombardia".
A livello nazionale, inoltre, "da una decina di giorni è aumentato il tasso di crescita dei decessi". Già si vede che il Regno Unito, ha sottolineato anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, "ha cominciato un calo dei casi e il numero dei ricoveri non è poi stato così drammatico. E la stessa cosa accadrà anche in Italia, anzi alcuni Regioni, come la Lombardia, stanno già vedendo meno contagi: questo determinerà la necessità di una rimodulazione e un adattamento delle regole con la nuova situazione". Sul fronte delle vaccinazioni, invece, Altems ha calcolato che negli ultimi 30 giorni - tra il 19/11 e il 19/12 - le mancate vaccinazioni sono costate oltre 140 milioni in ricoveri altrimenti evitabili. Il dato emerge dall'analisi dell'impatto delle mancate vaccinazioni in Italia, sia per ciclo completo che booster, sul volume di ricoveri e giornate di terapia intensiva. Nel dettaglio, il 90% dei non vaccinati ospedalizzati non avrebbe avuto bisogno del ricovero in Area Medica se avesse fatto il vaccino. Tra i degenti in terapia intensiva non vaccinati, il 94% avrebbe evitato il ricovero in Area Critica.