(ANSA) - TRIESTE, 14 GEN - "In Italia la salute è ancora un
diritto. Io sono stato curato, curato bene, e infatti sono
ancora qui, e non ho pagato nulla. Il SSN per me ha speso 40mila
euro, avrebbero potuto essere 100mila o 500mila, mi avrebbero
curato indipendentemente dai soldi". A dirlo è il conduttore
radiotelevisivo Massimo Cirri che questa sera ha presentato il
libro "Quello che serve", scritto con Chiara D'Ambros, che
racconta della sua esperienza di degente per una grave malattia,
all'incontro "Il sistema sanitario pubblico per tutti e per
ognuno"
La presentazione, al cinema Ariston, particolarmente
affollata, è stata l'occasione per parlare del Sistema Sanitario
Nazionale e una difesa dell'intervento pubblico. "Dobbiamo
rimettere noi cittadini questa questione nel dibattito pubblico;
comprenderemo l'importanza della sanità pubblica quando ci
renderemo conto che c'è di mezzo la nostra salute", ha aggiunto.
Secondo il Direttore del Dipartimento specialistico
territoriale Asug, Andrea Di Lenarda, stiamo vivendo "momenti
molto difficili: c'è una progressiva perdita di valenza del
servizio pubblico a vantaggio del privato, la cui presenza è
inevitabile. Ma se il pubblico perde dominanza la situazione
sarà molto complicata. Il rischio è essere sottoposti al privato
perché gli obiettivi del 'fare salute' sono diversi; specie nei
momenti di criticità il privato non funziona in quanto la
situazione non è profittevole".
Dunque per fermare la tendenza a privatizzare occorre
"aumentare l'efficienza e migliorare la gestione delle risorse.
Faccio autocritica - ha spiegato Di Lenarda - il sistema privato
deve lavorare meglio rispetto ai fondi ma noi del pubblico
dobbiamo essere meno spreconi, dobbiamo meglio indirizzare le
risorse, che oggi sono a pioggia, e potremmo farlo perché
abbiamo gli indicatori che ci dicono come migliorare
l'efficienza".
Per Cristina Montesi, direttore del Distretto 3 di Trieste,
"solo un sistema sanitario pubblico può portare avanti un'idea
di salute territoriale, forte, che abbia un pensiero sovrastante
di come si fa salute, di come si organizza salute". Una realtà
che "non può rispondere a una logica di profitto". Dunque, "il
sistema pubblico è l'unico che può superare una logica di
'prestazionismo' che è proprio del privato, dando spazio a quei
processi di salute caratterizzati da dinamiche di
multidisciplinarietà e multiprofessionalità".
All'incontro sono intervenuti anche la fisioterapista Michela
Degrassi e il medico Carlo Rotelli. (ANSA).