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Medici africani in Italia per imparare a combattere l'ictus

Medici africani in Italia per imparare a combattere l'ictus

E' tra le prime cause di morte nel continente. Parte progetto di cooperazione in Congo

ROMA, 26 febbraio 2024, 17:10

Redazione ANSA

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medici, africa (fonte: OMS) - RIPRODUZIONE RISERVATA

medici, africa  (fonte: OMS) -     RIPRODUZIONE RISERVATA
medici, africa (fonte: OMS) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel 75% dei Paesi dell'Africa subsahariana l'ictus è tra le prime 3 cause di decesso, con un tasso di mortalità 5 volte più alto rispetto ai Paesi occidentali. Una situazione causata sia da una crescente predominanza di malattie croniche e non trasmissibili, sia da insufficienti conoscenze riguardo prevenzione e trattamento. Per questo ISA-AII (l'Associazione Italiana Ictus), con il suo gruppo ISA Africa, ha dato il via a un progetto di cooperazione internazionale a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, che prevede la formazione di 4 medici congolesi in 3 diverse strutture italiane, l'Ospedale Sant'Anna di Como, il Policlinico Umberto I di Roma e l'Università dell'Aquila, per la durata di 6 mesi ciascuno.

L'obiettivo è offrire una rete efficace per la presa in carico degli ictus alla popolazione residente sul territorio africano. I pazienti, nel prossimo futuro, verranno così ricoverati nelle Stroke Unit (unità dedicate al trattamento dell'ictus), trattati con i metodi più idonei e seguiti da medici specializzati.

"Come ISA-AII abbiamo voluto creare un gruppo attivo nei Paesi africani per intervenire concretamente sulla presa in carico delle persone colpite da ictus - spiega Anne Falcou, neurologa del Policlinico Umberto I di Roma -.Vogliamo creare una Stroke Unit nell'ospedale di Kinshasa, che è il principale punto di riferimento sanitario di un territorio vastissimo. L'obiettivo futuro sarà quello di ampliare il progetto anche ad altri paesi africani".

Il progetto su Kinshasa "permetterà di trasmettere conoscenze e tecniche all'avanguardia dall'Italia al Congo - sottolinea Laura Fusi, responsabile Stroke Unit dell'Ospedale Sant'Anna di Como -. Lo scopo è puntare a un'eguaglianza delle cure tra Nord e Sud del mondo, in riferimento all'Intersectoral Global Action Plan dell'Oms".

"Per poter realizzare questa iniziativa abbiamo avuto necessità di fondi per garantire ai medici la permanenza in Italia e abbiamo ricevuto generose donazioni dagli imprenditori locali, che ringraziamo - dichiara Giampiero Grampa, direttore di Neuroscienze dell'Ospedale Sant'Anna di Como -. Ci auguriamo di poter continuare questa esperienza formativa nel futuro, offrendo la nostra disponibilità a ospitare altri colleghi".
   

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