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Conan il batterio, così resiste alle radiazioni

Conan il batterio, così resiste alle radiazioni

Apre nuove strade per proteggere gli astronauti nelle lunghe missioni

10 dicembre 2024, 08:51

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Deinococcus radiodurans può resistere a dosi di radiazioni incredibilmente elevate (fonte: USU/Michael Daly) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Deinococcus radiodurans può resistere a dosi di radiazioni incredibilmente elevate (fonte: USU/Michael Daly) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Non ha più segreti Conan, batterio che deve il suo nome alla straordinaria capacità di resistere alle radiazioni, fino a dosi migliaia di volte superiori a quelle che ucciderebbero qualsiasi organismo sulla Terra. La sua arma è una molecola antiossidante che è stata ora analizzata nel dettaglio dalle statunitensi Northwestern University e Uniformed Services University. Lo studio, pubblicato sulla rivista dell’Accademia Nazionale di Scienze americana, Pnas, apre alla possibilità di mettere a punto nuove molecole specifiche per gli esseri umani, che potrebbero proteggere gli astronauti dalle intense radiazioni cosmiche durante le missioni nello spazio profondo, o le persone coinvolte in incidenti che coinvolgono l’esposizione a radiazioni.

Il vero nome di Conan è Deinococcus radiodurans. Ricerche precedenti svolte dagli stessi autori, Brian Hoffman della Northwestern e Michael Daly della Usu, hanno dimostrato che questo batterio, quando viene essiccato e congelato, è in grado di sopravvivere a radiazioni fino a 140mila gray, l’unità di misura della dose assorbita dall’organismo: è una dose 28mila volte più elevata di quella che ucciderebbe un uomo. Questa incredibile resistenza indica che ipotetici batteri congelati e sepolti nel suolo di Marte potrebbero essere sopravvissuti fino ad oggi all’attacco delle radiazioni cosmiche.

I due ricercatori, utilizzando tecniche avanzate, hanno scoperto che la molecola antiossidante utilizzata da D. radiodurans come ‘scudo’ anti-radiazioni è costituita da 3 ingredienti chiave: un atomo di manganese, una molecola di fosfato e una piccola proteina, che si combinano insieme a formare un composto chiamato MDP. “Questa nuova comprensione dell’MDP potrebbe portare allo sviluppo di antiossidanti a base di manganese ancora più potenti – commenta Daly – per applicazioni nei settori sanitario, industriale, della difesa e dell’esplorazione spaziale”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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