(di Javier Fernandez)
SAN PAOLO - L'Amazzonia brucia e il governo brasiliano finisce nuovamente nel mirino per la sua politica ambientale. Dopo la diffusione di dati che dimostrano un boom degli incendi forestali nel paese, specialmente in Amazzonia, Jair Bolsonaro ha insinuato che le ong straniere potrebbero essere implicate in questo fenomeno, mentre il suo ministro per l'Ambiente, Ricardo Salles, è stato fischiato e contestato in una riunione dell'Onu sul cambiamento climatico che si svolge a Salvador de Bahia.
Secondo dati diffusi dai media locali, in base ai rilevamenti satellitari dell'Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali (Inpe), da gennaio ad agosto gli incendi forestali sono aumentai dell'82% rispetto allo stesso periodo del 2018, il che rappresenta il dato più alto dal 2013, quando iniziarono le rilevazioni del fenomeno, con il 52% dei roghi concentrati nell'Amazzonia brasiliana. In un discorso a Brasilia, Bolsonaro ha detto che questi incendi, in maggioranza causati da azioni umane, "potrebbero essere stati potenziati dalle ong, perché hanno perso i soldi che ricevevano". Interrogato dai giornalisti, il presidente ha precisato che "non sto dicendo che le ong sono responsabili degli incendi, sto dicendo che qui c'è un reato da combattere" ma "esiste un interesse delle ong, che rappresentano interessi diversi da quelli del Brasile", perché "noi abbiamo gli abbiamo tolto molti soldi: dei fondi che venivano da fuori, il 40% andava a loro, e ora non ce l'hanno più. E abbiamo messo fine anche ai contributi pagati con fondi pubblici".
I numeri sulla crescita degli incendi si aggiungono a quelli, anch'essi diffusi dall'Inpe, secondo i quali la deforestazione in Amazzonia è cresciuta del 278% nello scorso luglio rispetto allo stesso periodo del 2018. La diffusione di queste cifre ha portato al siluramento del responsabile dell'Inpe, Ricardo Galvao, deciso da Bolsonaro che ha accusato Galvao di "agire al servizio di ong straniere".
La politica ambientale del governo brasiliano ha già portato Germania e Norvegia a decidere la sospensione delle loro donazioni al Fondo Amazzonia, e il clima di tensione era palpabile oggi quando il ministro Salles è intervenuto alla Settimana latinoamericana e caraibica sui cambiamenti climatici, organizzata dalle Nazioni Unite a Salvador de Bahia, ed è stato fischiato e contestato da molti partecipanti. Lo stesso Salles, di fatto, aveva annunciato a maggio la cancellazione della riunione di Salvador, sostenendo che siccome il Brasile aveva già rinunciato ad ospitare la Conferenza sul clima dell'Onu (Cop 25, che si svolgerà invece in Cile, a dicembre) non aveva senso accogliere un appuntamento preparatorio. "Dovrei permettere una manifestazione solo per consentire ai partecipanti di fare turismo a Salvador?", aveva detto allora il ministro.
Le ong respingono le accuse di Bolsonaro. Organizzazioni ambientaliste brasiliane hanno reagito con indignazione alle affermazioni del presidente Jair Bolsonaro che ha insinuato che le ong potrebbero essere implicate nell'ondata di incendi forestali che ha colpito il Paese, con un aumento dell'82% da gennaio al 18 agosto scorso rispetto allo stesso periodo del 2018, secondo dati ufficiali del rilevamento satellitare effettuato dall'Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali (Inpe). Queste dichiarazioni di Bolsonaro "sono completamente irresponsabili", ha detto Carlos Bocuhy, presidente dell'Istituto brasiliano di protezione ambientale (Ibpa), secondo il quale "le ong hanno come obiettivo statutario e prioritario la difesa dell'ambiente, e dunque non ha nessun senso dire che sono loro che stanno dando fuoco alle foreste: è totalmente assurdo". Da parte sua, il responsabile per la giustizia socio-ambientale di Wwf Brasile, Raul Valle, ha definito "superficiali e irresponsabili" le dichiarazioni del presidente. "Non si capisce chi sta cercando di ingannare", ha aggiunto Valle, osservando che "i dieci comuni con il maggior numero di incendi sono gli stessi dieci comuni con la maggior quantità di aree deforestate: questo non lo vede solo chi non vuole vederlo".
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