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Una misteriosa fonte di energia nel cuore della Via Lattea

Una misteriosa fonte di energia nel cuore della Via Lattea

È un eccesso di raggi gamma, forse legato alla materia oscura

30 dicembre 2019, 09:51

Redazione ANSA

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L 'eccesso di raggi gamma proveniente dal centro della Via Lattea, fotografato dal telescopio spaziale Fermi della Nasa (fonte: NASA/T. Linden, U.Chicago) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'eccesso di raggi gamma proveniente dal centro della Via Lattea, fotografato dal telescopio spaziale Fermi della Nasa (fonte: NASA/T. Linden, U.Chicago) - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'eccesso di raggi gamma proveniente dal centro della Via Lattea, fotografato dal telescopio spaziale Fermi della Nasa (fonte: NASA/T. Linden, U.Chicago) - RIPRODUZIONE RISERVATA

C’è una misteriosa fonte di energia nel cuore della Via Lattea, sotto forma di un eccesso di raggi gamma. A catturarla, i sofisticati occhi del telescopio spaziale Fermi della Nasa. La sua origine è ancora sconosciuta, ma secondo gli astrofisici potrebbe essere legata alla inafferrabile materia oscura, che forma circa un quarto dell’universo. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Physical Review Letters (Prl) dal gruppo del Massachusetts Institute of Technology (Mit) coordinato da Rebecca Leane e Tracy Slatyer.

L’eccesso di raggi gamma, tra i fenomeni più energetici del cosmo, proviene da una regione sferica, che si estende per circa 5.000 anni luce in ogni direzione a partire dal centro della Via Lattea. L’ipotesi di partenza, elaborata nel 2015 dallo stesso gruppo del Mit insieme ai colleghi dell’Università americana di Princeton, era che alla base del segnale ci fossero delle stelle di neutroni con emissioni regolari come dei fari, le pulsar.

I ricercatori del Mit hanno adesso rivisto i loro calcoli. “Abbiamo utilizzato un nuovo modello, che apre le porte alla materia oscura”, ha spiegato Slatyer. Secondo gli esperti, l’eccesso di raggi gamma al centro della Via Lattea potrebbe essere dovuto a collisioni all’interno di una nuvola di materia oscura. Occorreranno, però, delle prove dirette per confermare questa ipotesi, sottolineano gli stessi ricercatori. “Siamo già a lavoro - ha concluso Slatyer - per capire le ragioni dei risultati differenti ottenuti rispetto al passato”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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