La cometa 12P/Pons-Brooks ha raggiunto il 21 aprile il punto della sua orbita più vicino al Sole. Prima di questo momento, mentre si trovava ancora nei pressi di Giove, è stata ‘salutata’ da un’eruzione solare e l’evento è stato ripreso il 12 aprile dalla sonda Stereo-A della Nasa, l’unica ancora operativa delle due sonde gemelle lanciate nel 2006 con l’obiettivo di studiare la nostra stella.
Gli esperti ritengono che la cometa sopravvivrà al passaggio vicino il Sole, che avverrà dalla distanza relativamente sicura di quasi 117 milioni di chilometri, equivalente a circa tre quarti della distanza che separa la Terra dalla sua stella, ma la cattiva notizia è che scomparirà rapidamente dal cielo settentrionale, diventando visibile per gli osservatori della parte opposta del mondo.
“La cometa è visibile con difficoltà nel nostro cielo, si trova prospetticamente nella stessa regione del Sole, quindi significa che la possiamo osservare solo durante il crepuscolo, quando la cometa è davvero molto bassa sull’orizzonte”, dice all’ANSA Gianluca Masi, astrofisico e responsabile scientifico del Virtual Telescope Project, che ha catturato un’ultima immagine il 14 aprile scorso dall’osservatorio di Manciano (Grosseto).
“Le ultime possibilità di vedere questo oggetto si verificano al tramonto, intorno alle ore 20,45 quando il cielo non è ancora del tutto buio”. “Se davvero si vuol provare – prosegue Masi – occorre un cielo che nella direzione Ovest non abbia alcun ostacolo, come quello visibile dalla costa tirrenica. Serve un binocolo, perché la 12P/Pons-Brooks non è visibile ad occhio nudo e la modesta altezza sull’orizzonte contribuisce a ridurne la luminosità percepita. Dopo il perielio – conclude l’astrofisico – la cometa tornerà ad allontanarsi dal Sole e pian piano riemergerà davanti agli occhi degli appassionati dell’emisfero Sud. A ridosso del perielio abbiamo giusto la speranza di dargli un’ultima occhiata, in condizioni che non sono certo quelle ideali”.
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