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Più turbolenze aeree nei cieli europei per colpa del clima

Più turbolenze aeree nei cieli europei per colpa del clima

Sono più frequenti su Mediterraneo, Nord Europa e Regno Unito

14 dicembre 2024, 15:03

di Elisa Buson

ANSACheck
Areo in volo in una situazione di turbolenza (fonte: Dennis Sylvester Hurd da Wikimedia CC0 1.0 ) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Areo in volo in una situazione di turbolenza (fonte: Dennis Sylvester Hurd da Wikimedia CC0 1.0 ) - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Con il cambiamento climatico sono aumentate le turbolenze aeree nei cieli europei, soprattutto sulla regione mediterranea, sull'Europa settentrionale e sul Regno Unito: lo dimostrano i dati degli ultimi 44 anni, analizzati dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Lo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, aiuterà a sviluppare nuove tecniche di previsione e strategie di mitigazione per migliorare la sicurezza e il comfort dei passeggeri in volo, riducendo anche i costi operativi delle compagnie aeree.

Lo studio ha combinato dati climatici e nuovi approcci statistici, rilevando un aumento significativo degli episodi di turbolenza aerea moderata o forte negli ultimi 44 anni. Tra le varie forme di turbolenza, quella convettiva, ad esempio, è causata dai moti verticali dell’aria dovuti a un intenso riscaldamento della superficie terrestre, spesso associato alla formazione di nuvole cumuliformi e fenomeni temporaleschi.

La turbolenza d’aria chiara (Cat), invece, si verifica in assenza di segnali visibili ed è provocata dalle forti variazioni verticali nella velocità del vento, generalmente legate alle correnti a getto. “La Cat risulta essere particolarmente pericolosa - osserva Tommaso Alberti dell'Ingv - poiché difficile da individuare e da prevedere. Questo rappresenta un rischio per piloti e passeggeri. Esistono vari livelli di turbolenza: quella leggera, la più comune, può provocare lievi movimenti senza compromettere la sicurezza, mentre la turbolenza moderata o forte (Mog) può causare bruschi cambiamenti di altitudine e/o rotta, mettendo in pericolo la sicurezza dei passeggeri e aumentando il rischio di danni strutturali agli aeromobili”. 

Il risultato più significativo dello studio riguarda il ruolo delle correnti a getto, in particolare quella subtropicale. La ricerca ha dimostrato come, nelle vicinanze di questa corrente, la probabilità di turbolenza Mog in aria chiara sia quasi triplicata, passando dall’1,5% al 4%. “La corrente a getto subtropicale favorisce la turbolenza nelle regioni meridionali dello spazio aereo europeo - prosegue Alberti - mentre quella subpolare è responsabile degli eventi di turbolenza Mog vicino al Regno Unito e nelle aree del Nord Europa.

Tuttavia, l’intensità e la frequenza degli eventi di turbolenza, nelle vicinanze di queste correnti a getto, sono aumentate notevolmente negli ultimi decenni a causa del riscaldamento globale. Questo ha comportato un maggior coinvolgimento delle aree interessate dalla turbolenza, con episodi distribuiti su una zona più ampia. Tale zona si estende dall’Atlantico settentrionale alle regioni scandinave, fino al Mediterraneo centrale e meridionale, con l’interessamento anche dell’Italia. Gli effetti variano a seconda della stagione, più intensi d’inverno e più tenui durante il periodo estivo”. 

 

 

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