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Così il Sole scandisce le stagioni sulla Terra

Così il Sole scandisce le stagioni sulla Terra

26 settembre 2024, 15:29

Redazione ANSA

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La massima distanza angolare del Sole a Nord dall’equatore celeste, nel momento esatto del solstizio d 'estate (fonte: Gianluca Masi, The Virtual Telescope) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La massima distanza angolare del Sole a Nord dall’equatore celeste, nel momento esatto del solstizio d 'estate (fonte: Gianluca Masi, The Virtual Telescope) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il termine solstizio, di origine latina (da “solstitium”: “sol”, Sole, e “stare”, fermarsi) si riferisce al fatto che lo spostamento del Sole verso nord (solstizio di giugno) o sud (solstizio di dicembre) si arresta in questa data, a ridosso della quale la nostra Stella sembra appunto “indugiare” nel cielo lontano dall’equatore celeste, prima di iniziare la sua discesa/ascesa verso l’altro solstizio.

"Nel solstizio il Sole raggiunge nel cielo la posizione più settentrionale che gli è concessa nel corso del suo moto annuale apparente attraverso lo zodiaco, lungo la proiezione celeste dell’orbita della Terra, la cosiddetta eclittica. Moto apparente, appunto: in realtà, è il nostro pianeta che gli orbita intorno, generando tuttavia l’illusione che sia l’astro diurno ad incedere tra le stelle", spiega l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope.

"E’ proprio questa condizione - prosegue Masi - che sancisce, per noi dell’emisfero boreale, il momento del solstizio d’estate: avendo il Sole raggiunto la posizione più a Nord possibile, è massima la sua permanenza temporale al di sopra del nostro orizzonte. Oggi, dunque, sarà massima la durata del dì, mentre sarà minima quella della notte. Naturalmente, nell’emisfero australe questo traguardo corrisponde al solstizio d’inverno, per noi collocato a dicembre. A Roma, per esempio, il Sole rimarrà sopra l’orizzonte per circa 15 ore e 15 minuti".

Il fatto che l’eclittica "salga" verso Nord e “scenda" verso Sud rispetto all'equatore celeste (proiezione in cielo di quello terrestre), invece di sovrapporsi a quest'ultimo, deriva dal fatto che l'asse di rotazione della Terra non è perpendicolare al piano della sua orbita: in altre parole, dobbiamo a questa inclinazione l'esistenza delle stagioni. L'angolo tra piano dell'orbita ed equatore celeste è di 23,45 gradi. Una conseguenza pratica del solstizio d’estate, prosegue Masi, è che le ombre gettate a terra dagli obelischi raggiungono - in corrispondenza del mezzogiorno locale - la minima lunghezza dell’anno (essendo il Sole alla massima altezza sull’orizzonte). Chi vive esattamente sul Tropico del Cancro oggi vedrà di fatto “sparire” l’ombra ai piedi di tutto ciò che è perfettamente verticale.

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