Produce proteine mai viste in natura ed è ormai una "piattaforma" per ottenere nuove forme di vita, il primo batterio semi-sintetico. Il suo Dna è stato programmato al computer in modo da aggiungere due lettere alle quattro che costituiscono l'alfabeto della vita. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, è stato ottenuto negli Stati Uniti, presso il dipartimento di Chimica dell'istituto californiano Scripps e in collaborazione con l'azienda Synthorx.
Il batterio è la versione sintetica dell'Escherichia coli, uno dei microrganismi più comuni tanto in natura quanto nei laboratori di genetica e biologia. Era stato modificato per la prima volta nel maggio 2014 dallo stesso gruppo di ricerca, coordinato da Floyd Romesberg. Allora alle quattro lettere del Dna (A,T,G,C) ne erano state aggiunte due, X e Y, mai viste in natura. Era stato uno dei risultati eclatanti della biologia sintetica, il campo di ricerca inaugurato dagli esperimenti di Craig Venter e che punta a ottenere organismi il cui Dna è programmato dall'uomo, proprio come il software di un pc, per svolgere particolari compiti, ad esempio per ottenere microrganismi capaci di digerire sostanze tossiche per bonificare acque e suolo inquinati.
Nel 2014 era emerso che le nuove lettere non avevano alterato il funzionamento del batterio, che replicandosi le aveva trasmesse alle nuove generazioni. Nel gennaio 2017 era stato fatto un ulteriore passo in avanti perché, oltre a riprodursi, il batterio semi-sintetico aveva imparato a crescere.
Ora ha dimostrato di funzionare e di riuscire a replicare le due lettere in più proprio come fa con le altre quattro, producendo proteine che in natura non potrebbero esistere. Questo risultato è una prova di principio importante perché indica che il Dna dei batteri può essere programmato dall'uomo per ottenere le applicazioni più diverse, utili alla salute o all'ambiente. "E' una piattaforma - scrivono i ricercatori - per creare nuove forme di vita e nuove funzioni".
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