I sospetti si accentrano sulla sottovariante XBB.1.5 del virus SarsCoV2, nota anche come Gryphon: potrebbe essere questo recente membro della famiglia Omicron fra le cause dell'impennata dell'epidemia di Covid-19 in Cina, accanto al rilascio delle misure di restrizione. Si tratta al momento solo di un'ipotesi, dice all'ANSA il virologo Francesco Broccolo, dell'Università del Salento, ma le coincidenze sono molte. La stessa sottovariante, fra le ultime arrivate dell'ormai vastissima famiglia della variante Omicron, sembra infatti collegata al recente aumento dei ricoveri per Covid-19 negli Stati Uniti e in particolare a New York, dove la sottovariante XBB.1.5 è aumentata del 140% nell'ultimo mese registrando un tasso di ricovero ospedaliero Covid più alto, superiore rispetto a quello dell'ondata di Covid dell'estate 2021, dovuta alla variante Delta.
"E' vero che in Cina si è passati in breve tempo da una politica di restrizione severa a un'apertura improvvisa, ma è anche vero che la popolazione ha ricevuto un vaccino, il Sinovac, con una somministrazione pari a 241 dosi per 100 abitanti, pari a quella del Regno Unito", osserva. Il vaccino si è dimostrato efficace al 66% nel proteggere dal contagio, dell'88% dai ricoveri, del 90% contro le forme gravi della malattie e dell'86% contro i decessi, secondo i dati recentemente pubblicati sul New England Journal of Medicine. Se la situazione dei vaccini non basta a spiegare l'incremento dell'epidemia in Cina, non è sufficiente nemmeno la fine delle restrizioni: "sta accadendo qualcosa di molto importante, il numero decessi per Covid è incontrollabile e finora - osserva Broccolo - si è solo accennato alla possibilità che circolino una o più nuove varianti".
I candidati non mancano, ma al momento l'attenzione si concentra sulla XBB.1.5, che in Cina sta circolando da ottobre e che è il risultato della ricombinazione di altre due sottovarianti di Omicron: BJ.1 (BA.2.10.1.1) e BA.2.75 (BA.2.75.3.1.1.1). "Sta circolando un vero e proprio sciame di varianti, alcune delle quali rappresenterebbero una evoluzione convergente, prime tra tutte la XBB la quale sta rapidamente sostituendo sottovarianti comuni, come BQ.1 e BQ.1.1. A farla avanzare così velocemente - rileva l'esperto - sarebbe una mutazione, chiamata F486P, che le permetterebbe di sfuggire agli anticorpi generati sia da infezioni da Omicron 5 sia dai vaccini, compreso il vaccino a mRNA bivalente e inoltre rafforzerebbe il legame con il recettore ACE2, cioè la porta di entrata del virus, presente soprattutto sulle cellule dell'epitelio respiratorio".
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