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Dalla laguna di Venezia un aiuto contro Alzheimer e Parkinson

Dalla laguna di Venezia un aiuto contro Alzheimer e Parkinson

E' un invertebrato col cervello che invecchia come quello umano

21 aprile 2023, 13:44

Redazione ANSA

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Il botrillo vive in acque calde e ricche di nutrienti come la laguna veneta (fonte: Deryk Tolman, Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il botrillo vive in acque calde e ricche di nutrienti come la laguna veneta (fonte: Deryk Tolman, Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il botrillo vive in acque calde e ricche di nutrienti come la laguna veneta (fonte: Deryk Tolman, Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un piccolo invertebrato marino che vive nella laguna di Venezia potrebbe dare nuovo impulso alla ricerca su Parkinson e Alzheimer: si chiama botrillo, è un parente prossimo dei vertebrati ed è dotato di un cervello rudimentale composto da poco meno di un migliaio di neuroni che invecchiano come quelli dell'uomo. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista Cells da un team di ricerca internazionale, coordinato da Lucia Manni dell’Università di Padova, che comprende l'Università di Stanford e l'Università Statale di Milano.

Il botrillo è un essere vivente molto semplice che cresce e si riproduce a basse profondità in mari quali il Mediterraneo e, in particolare, in zone ricche in nutrienti e calde dell’Adriatico come la laguna di Venezia. I ricercatori lo hanno studiato mediante microscopia elettronica e analisi dell’espressione genica, scoprendo che "va incontro naturalmente a neurodegenerazione secondo modalità che potrebbero aiutare la ricerca nell’uomo a trovare strategie, o farmaci, per fermare gravi malattie neurodegenerative”, spiega Manni. “In particolare, i neuroni del botrillo mostrano diversi tipi di morte cellulare, così come avviene nelle malattie neurodegenerative umane. Inoltre, geni criticamente coinvolti in queste malattie sono espressi nelle diverse fasi del ciclo vitale del botrillo secondo tempistiche che ricordano molto il progredire delle malattie nell’uomo. Per esempio, geni tipici dei disordini conformazionali, come l’Alzheimer e il Parkinson, sono espressi nel botrillo in tempi che richiamano nell’uomo il passaggio della malattia da una fase di degenerazione pre-clinica alla comparsa di sindromi specifiche nell’uomo”.

“Questi risultati - commenta Alberto Priori dell’Università Statale di Milano, co-autore della ricerca - potrebbero aprire inediti scenari sia nell’identificazione di un minimo comune denominatore fra patologie umane molto dissimili fra di loro, sia nell’impiego di nuove metodiche di stimolazione elettrica cerebrale non invasiva per la prevenzione e la cura della neurodegenerazione”.

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