La situazione dell'epidemia di Covid-19 in Italia è stabile ormai di cinque settimane sia per il numero dei casi sia per gli ingressi nelle unità di terapia intensiva, mentre si continua a registrare un progressivo calo dei decessi; diversa la realtà a livello locale, con otto province particolarmente colpite. E' quanto emerge dall'analisi dell'andamento settimanale dell'epidemia elaborata dal fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook 'Coronavirus-Dati e analisi scientifiche' e del network di comunicazione della scienza 'giorgiosestili.it'.
"Nell'ultima settimana in Italia si sono registrati 87.000 casi di Covid-19. Si rileva - dice Sestili all'ANSA - un leggero aumento del 3% rispetto a quella precedente, ma i casi sono sostanzialmente in linea con l'andamento delle ultime cinque settimane. Per quinta settimana consecutiva i casi sono stabili". I decessi, prosegue il fisico "sono stati 2.141 decessi in una settimana, ossia il 7% in meno di una settimana fa. La curva dei decessi scende per la quinta settimana consecutiva". Nelle unità di terapia intensiva "gli ingressi sono stati 979 nell'ultima settimana, l'1% in meno rispetto alla precedente. Da 4 settimane - rileva Sestili - sono al di sotto delle 4.000 unità a settimana".
Si osserva, secondo Sestili, anche un leggero aumento dei tamponi che, tra rapidi e molecolari, sono saliti a 1,9 milioni nell'ultima settimana. Che la situazione sia stabile emerge infine dal Covindex, l'indice Covindex aggiornato sulla base del rapporto fra nuovi casi positivi e tamponi eseguiti e sovrapponibile all'indice di contagiosità Rt: "attualmente è di 1,01 e da fine gennaio oscilla intorno a 1: è la conferma che da allora ogni settimana si registra stesso numero di casi".
A livello locale la situazione cambia e sono otto le province che nell'ultima settimana sono state particolarmente colpite: considerando il numero di casi su 100.000 abitanti, la provincia autonoma di Bolzano ne ha registrati 591, seguita dalle province di Pescara (448), Bologna (311), Brescia (298), Ancona (297), Trento (288), Perugia (277) e Rimini (272). Considerando invece gli incrementi, i maggiori si sono registrati nelle province di Pescara, Siena, Bologna e Brescia. "Si nota, rileva Sestili - una correlazione fra le zone più colpite e la presenza delle varianti". Emerge dall'indagine condotta da ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità a inizio febbraio, ma "al momento possiamo solo osservare questa correlazione, potremo trarre conclusioni solo quando avremo maggiori dati dal sequenziamento".
A questo proposito Sestili cita i dati di Nature Italy riportati dal virologo Roberto Burioni, dell'Universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano, secondo i quali "l'Italia sequenzia attualmente 1,3 campioni di virus ogni mille e impiega un tempo medio di circa 2 mesi per caricarli in archivi pubblici come Gisaid", in quella che Burioni giudica "una delle prestazioni peggiori al mondo", osservando che il "Regno Unito sequenzia quasi 40 volte più campioni, con un tempo medio di caricamento di 21 giorni".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA