Dopo il colore della pelle e dei capelli, la tendenza ad accumulare la pancetta e la predisposizione a malattie come schizofrenia e Covid-19, anche la cosiddetta malattia dei Vichinghi entra nel gruppo delle eredità lasciateci dai Neanderthal: tre dei maggiori fattori di rischio per questa patologia, che porta le dita della mano a bloccarsi in una posizione piegata, sono infatti dovuti a geni neandertaliani. Lo ha scoperto uno studio guidato dall’Istituto svedese Karolinska e dall’Istituto tedesco Max Planck per l’Antropologia Evolutiva, che ha analizzato il Dna di oltre 7.000 individui affetti e più di 645.000 persone sane. La ricerca, pubblicata sulla rivista Molecular Biology and Evolution, è un'ulteriore prova che la mescolanza tra i Neanderthal ed i nostri antenati ha avuto conseguenze importanti.
Il morbo di Dupuytren, noto come malattia dei Vichinghi, è un disturbo che colpisce uno strato fibroso che si trova sotto la pelle del palmo della mano. Ne soffre fino al 30% degli uomini oltre i 60 anni che vivono nel Nord Europa e da qui deriva il suo soprannome.
“Poiché il morbo di Dupuytren è raramente osservato negli individui di origine africana, ci siamo chiesti se le varianti genetiche dei Neanderthal potessero spiegare in parte questa patologia”, commenta Hugo Zeberg del Karolinska, che ha guidato lo studio insieme a Svante Pääbo dell’Istituto Max Planck, premio Nobel per la medicina nel 2022.
I ricercatori hanno analizzato il Dna di oltre 7.000 individui affetti e più di 645.000 sani provenienti da Stati Uniti, Regno Unito e Finlandia. Hanno così identificato 61 fattori di rischio genetici per questo disturbo: tre di questi, tra i più importanti, sono stati ereditati dai Neanderthal.
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