Un oggetto dalla natura misteriosa è stato 'ingoiato in un sol boccone' da un buco nero nove volte più pesante e di questa catastrofe cosmica avvenuta 800 milioni di anni fa quello che resta è un buco nero con una massa 25 volte quella del Sole.
Il 'cinguettio' dell'onda gravitazionale che ha prodotto è stato catturato dai rivelatori Advanced Virgo, dell'Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego) e al quale l'Italia collabora con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), e i due interferometri gemelli di Advanced Ligo, negli Stati Uniti.
Chiamato GW190814 e descritto su The Astrophysical Journal Letter, il segnale è davvero difficile da decifrare: indica un oggetto dalla massa insolita, pari a 2,6 volte quella del Sole, "mai osservata finora", rileva il responsabile della collaborazione Virgo, Giovanni Losurdo, dell'Infn. "Ancora una volta - prosegue - le osservazioni delle onde gravitazionali contribuiscono a far luce su aspetti ignoti del nostro universo".
Secondo le ipotesi più accreditate potrebbe trattarsi della stella di neutroni più pesante mai vista o del buco nero più leggero mai osservato; in un caso e nell'altro l'oggetto sconosciuto si trova esattamente nell'area grigia che gli astrofisici chiamano 'mass gap' e che da tempo è un vero e proprio rompicapo. Come sta accadendo dal 2017, con la nascita dell'astronomia multimessaggera che vede fisici, astronomi e astrofisici puntare simultaneamente i loro strumenti sulla stessa porzione di cielo da cui è stata rilevata un'onda gravitazionale per catturare l'evento con segnali diversi, anche in questo caso i ricercatori degli osservatori Ligo e Virgo hanno allertato gli astronomi di tutto il mondo non appena ricevuto il nuovo segnale.
Subito molti telescopi, terrestri e spaziali, sono stati puntati sulla zona di provenienza dello strano cinguettio, ma è stato inutile. Probabilmente l'evento era troppo distante oppure il buco nero massiccio avrebbe ingoiato la sua vittima senza permettere nessuna emissione di luce. E' una storia che indica quanto ci sia ancora da capire sull'universo e la sua evoluzione e le risposte potranno arrivare solo con strumenti più potenti, come saranno i rivelatori Virgo e Ligo quando, nel gennaio 2022, si rimetteranno in ascolto dell'universo molto più potenti di quanto lo siano adesso.
"Saremo fermi un anno e mezzo per migliorare ancora di più, nella speranza di raddoppiare sensibilità fino a poter osservare un volume di universo 8 volte più grande, il che significa poter vedere otto volte più sorgenti: potremmo passare da un evento osservato a settimana a un evento al giorno", ha detto Viviana Fafone, responsabile nazionale di Virgo per l'Infn. Strumenti come Virgo e Ligo, ha aggiunto, "vivono una vita che si alterna tra fasi in cui osservano l'universo in attesa di segnali e fasi in cui vengono migliorati: più lo strumento è sensibile, più riesce a guardare lontano e ad accedere a un maggior numero di sorgenti di tipo diverso e che ancora non abbiamo visto".
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