Identificati più di 100.000 crateri lunari finora sconosciuti, grazie a un sistema di intelligenza artificiale che ha studiato i dati delle missioni cinesi Chang’e. Il nuovo metodo di analisi, pubblicato sulla rivista Nature Communications, è il risultato della ricerca coordinata dall’Università cinese di Jilin, con il gruppo di Chen Yang, e condotta in collaborazione con dell’Accademia cinese delle Scienze. Vi ha contribuito anche Lorenzo Bruzzone, dell’Università di Trento. Il risultato è una prova di principio, che indica come lo stesso tipo di analisi è applicabile all’esplorazione dell’intero Sistema Solare.
I crateri sono stati indivuati dopo avere addestrato il sistema di intelligenza artificiale ad analizzare circa diecimila immagini di crateri noti, ottenute soprattutto con le missioni lunari cinesi Chang’e-1 e Chang’e-2.
In questo modo il sistema ha potuto individuare i crateri che finora erano sfuggiti e che sono distribuiti soprattutto alle medie e basse latitudini della superficie lunare. Ne ha identificati con esattezza 109.956, molti dei quali anche di grandi dimensioni, superiori a 8 chilometri. Il vantaggio della tecnica, osservano gli autori dello studio, è di riconoscere anche crateri irregolari o degradati, talvolta difficili da studiare.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA