L'Italia è pronta alla missione destinata ad aprire una nuova finestra per osservare gli aspetti più misteriosi e violenti dell'universo, come quelli legati all'esplosione delle supernovae o ai buchi neri. La missione si chiama Ixpe (Imaging X-ray Polarimetry Explorer) e l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) vi partecipa a fianco della Nasa. "E' una missione che spinge all'estremo la nostra capacità di fare scienza e alla quale l'Italia contribuisce con tecnologie all'avanguardia mondiale", ha detto oggi il presidente dell'Asi, Giorgio Saccoccia, nell'incontro organizzato in vista del lancio, previsto alle 7,00 italiane del 9 dicembre dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral (Florida), con un razzo Falcon 9.
Alla missione, dal costo complessivo di 180 milioni, l'Asi partecipa con 20 milioni di euro; il coordinamento scientifico è dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), con l'Inaf e il supporto dell'Asi. ha ideato e sviluppato lo strumento che costituisce il cuore della missione, il Global Pixel Detector (Gpd). Agli aspetti scientifici collabora anche l'Università di Roma Tre . L'Asi mette a disposizione la sua base di Malindi per la ricezione dei dati, grazie alla collaborazione della Telespazio (Leonardo-Thales), e lo Space Science Data Center (Ssdc) per l'analisi dei dati. Collabora alla missione anche l'azienda Ohb-Italia.
"Avremo delle sorprese", ha detto il presidente dell'Inaf, Marco Tavani. "Siamo all'inizio di una nuova pagina: andremo a studiare alcuni degli oggetti astrofisici più estremi che esistono nell'universo - ha aggiunto - e si aprirà così una finestra nuova nello studio di sorgenti cosmiche come stelle neutroni e buchi neri".
Anche per il presidente dell'Infn, Antonio Zoccoli, "grazie a Ixpe, la prima missione interamente dedicata allo studio dell'universo attraverso la polarizzazione dei raggi X, siamo pronti a scrivere un nuovo capitolo di fisica". A bordo della missione, ha aggiunto, c'è "una tecnologia nuova tutta italiana, dall'ideazione dei rivelatori alla loro realizzazione", che è "frutto di molti anni di ricerca e sviluppo condotti nei nostri laboratori e in collaborazione con l'industria nazionale".
Grande soddisfazione, ha detto ancora, "perché siamo riusciti in questa impresa rispettando i tempi di programma, nonostante le grandi difficoltà imposte dall'emergenza sanitaria". La missione Ixpe fa parte del programma Smex (Small Explorer) della Nasa.
I rivelatori per la polarizzazione dei raggi X che sono a bordo sono stati finanziati dall'Asi e sviluppati da un gruppo di ricercatori di Inaf e Infn, Rispetto alle tecnologie analoghe di 50 anni fa, la sensibilità è aumentata di circa cento volte. "E' l'Italia a fornire la tecnologia più innovativa della missione", ha osservato la responsabile del Volo umano e della strumentazione scientifica dell'Asi, Barbara Negri.
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