Europa, la luna ghiacciata di Giove, si conferma tra i migliori candidati per cercare forme di vita aliena nel Sistema Solare: sulla sua superficie ghiacciata esisterebbero delle 'porte' dalle quali si avvicinerebbe alla superficie l'acqua degli oceani, nascosti sotto una decina di chilometri di ghiaccio. A ipotizzarlo è il gruppo dell'università americana di Stanford coordinato da Riley Culberg, nello studio pubblicato sulla rivista Nature Communications.
"Europa, e ancor di più la luna di Saturno Encelado, offrono vari indizi sulla possibilità che esistano i presupposti per lo sviluppo di qualche forma di vita, o almeno i 'mattoncini' base per la vita", ha detto l'astrobiologa Daniela Billi, dell'Università di Roma Tor Vergata. Entrambe le lune hanno la caratteristica di essere coperte da uno spesso strato di ghiaccio di diversi chilometri e si suppone che al di sotto dello strato esista un grande oceano di acqua liquida scaldato dal calore proveniente dai rispettivi nuclei rocciosi. Caratteristiche che fanno immaginare che sotto i ghiacci esistano ambienti molto simili a quelli che forse hanno permesso la nascita della vita sulla Terra.
Purtroppo, penetrare i chilometri di ghiaccio per andare a studiarne gli oceani nascosti è praticamente impossibile, ma la nuova ipotesi dei ricercatori americani potrebbe dare qualche speranza.
Analizzando i ghiacciai della Groenlandia, i ricercatori hanno infatti trovato una possibile spiegazione a enigmatiche fratture, dette creste doppie, visibili sui ghiacci di Europa. Negli anni '80 e '90 le foto scattate dalle sonde Voyager e Galileo avevano mostrato che tutta la superficie di Europa è caratterizzata da grandi tagli profondi qualche decina di metri caratterizzati da creste parallele a distanza di poche centinaia di metri. Strutture anomale sulla cui origine erano state proposte molte spiegazioni ma mai pienamente convincenti.
Una nuova ipotesi arriva ora dallo studio dei ghiacci della Groenlandia, in particolare dall'analisi di uno specifico caso di cresta doppia. Secondo gli autori la struttura terrestre sarebbe stata scolpita nel tempo da una complessa dinamica, un processo di scongelamento e ricongelamento, dovuto alla risalita di acqua liquida sottostante la copertura di ghiaccio. Per i ricercatori, a produrre le doppie creste su Europa potrebbe essere stato un fenomeno per molti aspetti simile, anche se in scala molto più grande. Se questo fosse confermato, implicherebbe che sacche di acqua profonda, potenzialmente con eventuali forme di vita aliena, potrebbero trovarsi molto più vicino alla superficie di quanto si immaginasse finora. "Una notizia interessante per un astrobiologo - ha aggiunto Billi - perché vorrebbe dire avere un accesso molto più facile ai campioni degli strati profondi". Una speranza nuova per pianificare eventuali future missioni robotiche che possano penetrare i ghiacci per raggiungere campioni più facili da analizzare.
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