È tutto pronto all’impatto della missione Dart della Nasa con l’asteroide Dimorphos, attesa per il 27 settembre alle 01,14 ore italiane: il veicolo si schianterà sull’asteroide a circa 24mila chilometri orari, tentando di deviarne la traiettoria e mettendo così alla prova l’efficacia di questo approccio in caso di pericolo per la Terra. Lo spettacolo vedrà in prima fila molti occhi: oltre al microsatellite italiano LiciaCube dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), che si è già sganciato dalla sonda per filmare l’impatto a distanza di sicurezza, cercheranno di seguire l’evento anche i telescopi spaziali James Webb, delle agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa), Europa (Esa) e Canada (Csa).
Se non bastasse, spierà l’impatto anche la missione della Nasa Lucy, lanciata nel 2021 e diretta verso quattro asteroidi che orbitano intorno al Sole alla stessa distanza di Giove, mentre tra circa quattro anni Dimorphos sarà raggiunto anche dalla missione Hera dell’Esa, il cui lancio è previsto a ottobre del 2024 e che studierà in dettaglio gli effetti della collisione.
È difficile, tuttavia, sapere in anticipo cosa riusciranno a vedere i telescopi Webb e Hubble e la qualità delle immagini che raccoglieranno. L’asteroide, infatti, è molto più vicino e si muove molto più velocemente rispetto alle lontanissime galassie per le quali James Webb è stato progettato. Hubble, invece, si troverà dal lato sbagliato della Terra al momento dell’impatto e le sue osservazioni potranno iniziare solo 15 minuti dopo.
Intanto, i ricercatori dell’Università americana John Hopkins (che gestisce la missione Dart) hanno messo alla prova la fotocamera Draco a bordo della sonda, che permette la navigazione del veicolo e che immortalerà anche l’asteroide nelle ore precedenti all’impatto. I ricercatori hanno addestrato la fotocamera a riconoscere Dimorphos quando spunterà da dietro il suo asteroide ‘compagno’ Didymos, facendogli fotografare il satellite di Giove, Europa, mentre usciva da dietro il suo pianeta.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA