Catturata la ‘coda’ di detriti, simile a quella di una cometa, che si estende ora dall’asteroide Dimorphos per almeno 10mila chilometri: è stata prodotta in seguito all’impatto con la sonda Dart della Nasa, avvenuto con successo lo scorso 27 settembre, nell’ambito della prima missione volta a verificare questa strategia di difesa planetaria in caso la Terra sia minacciata da un oggetto simile. La foto è stata scattata due giorni dopo lo scontro da ricercatori al NoirLab, un centro di ricerca della statunitense National Science Foundation (Nsf), utilizzando il telescopio Soar (Southern Astrophysical Research) situato sul Cerro Pachón, in Cile.
L’immagine immortala il vasto pennacchio di polvere e detriti rilasciato dalla superficie dell’asteroide spinto via dalla pressione esercitata dalla radiazione solare, proprio come avviene con le comete vere e proprie. “È incredibile come siamo stati in grado di catturare chiaramente la struttura e l’estensione della ‘coda’”, commenta Teddy Kareta dello statunitense Osservatorio Lowell, autore della foto insieme a Matthew Knight, dell’Accademia Navale degli Stati Uniti.
Osservazioni di questo tipo consentiranno ai ricercatori di acquisire dati sulla superficie di Dimorphos, sulla quantità di materiale espulso dopo la collisione e anche su tipologia e dimensione dei detriti, che possono essere formati da polvere fine o da pezzi più grossi. Queste informazioni sono importanti per capire come proteggere al meglio la Terra, poiché anche i detriti formatisi da un eventuale impatto di un asteroide con una sonda per deviarne la traiettoria potrebbero costituire un pericolo per il pianeta.
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