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Il telescopio Webb trova l'innesco della chimica interstellare VIDEO

Il telescopio Webb trova l'innesco della chimica interstellare VIDEO

Permette la formazione delle molecole alla base della vita

27 giugno 2023, 10:30

Elisa Buson

ANSACheck

Particolare della nebulosa di Orione vista dallo strumento Miri del telescopio Webb (fonte: ESA/Webb, NASA, CSA, M. Zamani/ESA/Webb, PDRs4All ERS Team) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Particolare della nebulosa di Orione vista dallo strumento Miri del telescopio Webb (fonte: ESA/Webb, NASA, CSA, M. Zamani/ESA/Webb, PDRs4All ERS Team) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Particolare della nebulosa di Orione vista dallo strumento Miri del telescopio Webb (fonte: ESA/Webb, NASA, CSA, M. Zamani/ESA/Webb, PDRs4All ERS Team) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scrutando le stelle della nebulosa di Orione, il telescopio James Webb è riuscito a individuare per la prima volta la molecola considerata un importante innesco della chimica interstellare: è il catione metile (CH3+), uno ione molto reattivo che favorisce la formazione di molecole più complesse a base di carbonio e fondamentali per la vita. La sua presenza era stata prevista negli anni Settanta, ma solo la super vista agli infrarossi di Webb è riuscita a dimostrarla, come riportato nello studio pubblicato sulla rivista Nature da un gruppo internazionale di ricerca guidato da Olivier Berné, dell'Università francese di Tolosa.



La presenza di CH3+ è stata individuata nel disco protoplanetario indicato con la sigla d203-506, che si trova a 1.350 anni luce dalla Terra, nella nebulosa di Orione. Sebbene la sua stella madre sia una piccola nana rossa (con una massa pari a un decimo di quella del Sole), il sistema è bombardato da forti radiazioni ultraviolette provenienti da giovani e calde stelle massicce vicine. Proprio queste radiazioni fornirebbero l'energia necessaria per formare CH3+, giocando dunque un ruolo cruciale nelle prime fasi della chimica alla base della vita.
Non a caso anche il disco protoplanetario che ha formato il nostro Sistema Solare è stato soggetto a una grande quantità di radiazioni ultraviolette, emesse da una stella compagna del nostro Sole che è morta da tempo.

Questa è la prima volta che lo ione CH3+ viene individuato al di fuori del Sistema Solare. La scoperta è stata fatta da un gruppo multidisciplinare di esperti e ricercatori grazie ai dati raccolti dagli strumenti Miri e Nirspec del telescopio Webb delle agenzie spaziali di Europa, Stati Uniti e Canada.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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