Viaggiatori e migratori da sempre, gli abitanti dell'Europa centrale di Germania, Danimarca e Ungheria, fin dalle loro origini non hanno mai smesso di muoversi e soprattutto di mescolarsi con altre popolazioni ed e' improbabile che ci sia mai stata una omogeneita' genetica per queste popolazioni. E' questo uno dei dati che emerge dalla ricostruzione piu' accurata mai fatta della storia genetica dell'Europa dal 12.000 a.C. ad oggi, presentata al Congresso annuale della Societa' europea di genetica umana da Eran Elhaik, dell'universita' di Sheffield.
Il risultato e' stato possibile grazie ad una nuova tecnica di indagine basata sul Dna, chiamata Geographic Population Structure (aGps). Finora infatti tutte le teorie sulle loro origini erano basate sui luoghi di sepoltura e l'archeologia non considerava le migrazioni che avevano avuto luogo migliaia di anni fa.
Applicando la tecnica ai dati di 300 antichi abitanti euroasiatici e del vicino oriente, dall'Era Glaciale fino alla tarda Eta' del ferro, gli studiosi sono riusciti a localizzare il 50% dei campioni fino a 200 chilometri dal sito di sepoltura, il 32% tra 200 e 1000 chilometri, e il resto tra 1000 e 3.175 chilometri. Hanno cosi' confermato la teoria di massicce migrazioni di popolazioni dalle steppe del Caucaso (gli Jamna) all'Europa centrale durante il tardo periodo Neolitico (tra il 3500 e 2300 a.C.).
"Gli abitanti dell'Europa centrale non hanno mai smesso di muoversi, continuando a mescolarsi con altre popolazioni e fondando antiche citta'. Quelli del vicino Oriente invece sono rimasti piu' stanziali", continua Elhaik. E' inoltre emerso che e' molto improbabile che ci sia "un giorno zero, in cui ci sia stata un'omogeneita' etnica, tranne forse per pochi posti isolati. Se mai c'e' stata, di questa omogeneita' adesso non c'e' piu' traccia in nessuna persona vivente", conclude. L'obiettivo dei ricercatori ora e' ricostruire un atlante completo delle antiche migrazioni nel mondo.
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