La spia che le mette le piante in allerta in caso di siccità ha un'origine che può sembrare improbabile: arriva dalle loro antenate acquatiche, le alghe e potrebbe quindi essersi evoluta circa 580 milioni di anni fa, molto prima che le piante conquistassero la terraferma. Secondo la ricerca guidata dalla cinese Zhejiang University e pubblicata sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), capire il funzionamento di questo sistema d'allarme sarà cruciale per aiutare le colture ad affrontare il cambiamento climatico in atto.
Dal momento che non possono sfuggire alla siccità, le piante mettono in campo una serie di strategie di sopravvivenza: nel breve termine, sigillano i pori presenti sulle foglie dai quali perdono acqua; in caso di condizioni avverse prolungate, cominciano a indirizzare acqua e nutrienti esclusivamente verso semi e gemme, per mettere al sicuro la crescita futura.
"L'evoluzione di questo meccanismo è uno degli eventi fondamentali nella storia della vita sulla Terra", commenta Douglas Soltis dell'Università della Florida, uno degli autori dello studio guidato da Chenchen Zhao. "Le alghe non affrontano spesso condizioni di siccità - aggiunge - ma in qualche modo si sono imbattute in alcune delle caratteristiche che hanno permesso alle piante di uscire dall'acqua. Non saremmo qui se non fosse successo". "Mantenere o aumentare la resa delle colture in condizioni avverse, che saranno esacerbate dai cambiamenti climatici, è un aspetto cruciale per l'agricoltura del futuro", prosegue Soltis. "Non è un problema facile, ma ora che abbiamo una mappa delle vie che controllano la tolleranza delle piante alla siccità, potremmo essere in grado di manipolarli".
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