E' a rischio anche l'ultimo baluardo dei ghiacci artici, lo stretto di Nares che separa la Groenlandia dal Canada. I dati del satellite Sentinel 1 del programma europeo Copernicus mostrano che la stabilità dei ghiacci nell'area è diminuita negli ultimi 20 anni. Pubblicata sulla rivista Nature Communications, la scoperta si deve ai ricercatori coordinati dal fisico Kent Moore, dell'università canadese di Toronto.
"Questo ghiaccio molto antico ci preoccupa", rileva Moore. Lo stretto di Nares è la più antica e più spessa distesa di ghiaccio della regione artica e fino a oggi è riuscita a sopravvivere anche alle estati più calde mai registrate, ma la ricerca suggerisce che potrebbe essere più vulnerabile di quanto immaginato.
Grazie ai dati del satellite Sentinel 1 del programma Copernicus, gestito da Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Europea, i ricercatori hanno esaminato la stabilità di strutture chiamate archi di ghiaccio che si formano stagionalmente all'estremità settentrionale e meridionale dello stretto di Nares.
Queste strutture formano una barriera naturale che impedisce al ghiaccio marino di uscire dall'Oceano Artico e andare alla deriva verso sud e tipicamente si rompono a fine primavera, per poi riformarsi in inverno. Secondo le osservazioni, negli ultimi 20 anni gli archi di ghiaccio sono diventati più sottili e ogni anno si rompono una settimana prima rispetto all'anno precedente. In pratica stanno diventando sempre meno una barriera e questo potrebbe destabilizzare l'area più a nord definita Last Ice Area, che è un importante rifugio per le specie dipendenti dal ghiaccio, dagli orsi polari alle alghe ghiacciate che forniscono ossigeno e nutrienti all'ambiente.
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