E' pesante l'impatto ambientale della produzione della cannabis, soprattutto quella coltivata indoor, cioè all'interno di edifici chiusi: per ogni chilogrammo di fiore secco vengono emessi dai 2.000 ai 5.000 chili di anidride carbonica. Lo hanno calcolato i ricercatori della Colorado State University, stimando l'impronta ecologica di questo business in continua espansione negli Stati Uniti dove, tra uso terapeutico e ricreativo, muove affari per oltre 13 miliardi di dollari. Lo studio è pubblicato sulla rivista Nature Sustainability.
Le emissioni delle coltivazioni indoor, mai quantificate in maniera così precisa prima d'ora, sono dovute principalmente all'elettricità che alimenta lampade e impianti di climatizzazione oltre che all'anidride carbonica usata per accelerare la crescita delle piante. Lo studio, focalizzato sugli Stati Uniti, dimostra che per ogni chilo di fiore secco vengono prodotti dai 2.283 ai 5.184 chili di anidride carbonica (in base alle condizioni climatiche del luogo). Sono numeri considerevoli, se si pensa che le emissioni dovute all'elettricità usata nelle coltivazioni in campo e in serra sono pari a circa 22,7 e 326,6 chili di anidride carbonica: sebbene queste ultime cifre tengano conto solo dell'elettricità, risulta comunque evidente l'enorme differenza rispetto alle coltivazioni indoor.
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