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Il cambiamento climatico minaccia le faggete europee

Il cambiamento climatico minaccia le faggete europee

Possibile riduzione del 20-50% in 70 anni

15 marzo 2022, 11:40

Redazione ANSA

ANSACheck

A rischio le faggete europee (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

A rischio le faggete europee (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
A rischio le faggete europee (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il cambiamento climatico in atto e' una minaccia anche per i boschi di faggio europei: la loro crescita potrebbe diminuire dal 20% al 50% nei prossimi 70 anni, soprattutto nelle regioni dell'Europa meridionale. Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Communications Biology ,guidato dalla tedesca Universita' Johannes Gutenberg di Magonza e al quale hanno collaborato anche le universita' italiane di Torino e Pavia.

Nonostante il clima risulti piu' favorevole nell'Europa settentrionale, in particolare in Danimarca, Norvegia e Svezia, cio' non sara' sufficiente a compensare le perdite. I ricercatori, guidati da Edurne Martinez del Castillo, hanno studiato i cambiamenti nella crescita degli alberi a partire dal 1955, analizzando piu' di 780mila anelli di accrescimento presenti nei tronchi di 5.800 faggi, provenienti da 324 siti di tutta Europa. I dati ottenuti sono poi stati usati per costruire un modello previsionale relativo all'impatto del cambiamento climatico nei prossimi 70 anni.

I risultati indicano che, tra 1986 e 2016, la crescita delle faggete risulta rallentata in buona parte d'Europa, rispetto al periodo 1955-1985. Ma l'andamento non risulta uguale per tutte le zone: il decremento nella crescita del 20% che caratterizza le regioni meridionali e' compensato da un aumento della stessa entita' per quelle settentrionali. Tuttavia, secondo le previsioni fatte nello studio, entro il 2090 la sofferenza dei boschi situati piu' a sud aumentera' fino al 30-50%, soprattutto in caso di periodi prolungati di siccita' : percentuali che non potranno piu' essere compensate dalla crescita delle faggete nord-europee, che rimarra' limitata al 25% circa.

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