In Europa scatta l’allarme inondazioni: le tempeste più violente, che fanno temporaneamente salire il livello del mare, sono in aumento fin dal 1960 ed è un trend destinato a salire ancora. Lo indica lo studio
pubblicato sulla rivista Nature e guidato da Francisco Calafat, del Centro Nazionale di Oceanografia di Liverpool, nel Regno Unito. La scoperta contraddice le precedenti ipotesi, che vedevano invece un livello stazionario per le mareggiate estreme, e suggerisce di correre ai ripari con una attenta pianificazione costiera, per cercare di limitare i danni futuri.
Le inondazioni causate dalle tempeste costano già all’economia globale miliardi di dollari ogni anno, che rischiano di aumentare ancora senza adeguati interventi. I ricercatori hanno utilizzato un modello statistico per analizzare, dal 1960 al 2018, i picchi nelle mareggiate registrati da 79 mareometri (strumenti che misurano il livello del mare), localizzati lungo le coste europee dell'Atlantico e del Mare del Nord. I risultati mostrano che i picchi delle mareggiate sono in aumento, in concomitanza con l'innalzamento medio del livello del mare.
La tendenza risulta influenzata sia dalla variabilità climatica interna sia dagli effetti causati dalle attività umane, ed è coerente con quei modelli climatici che mostrano un'espansione verso est delle tempeste del Nord Atlantico: ciò vuol dire che le regioni più a rischio saranno il Regno Unito e l'Europa centrale. Gli autori dello studio suggeriscono, quindi, che potrebbe essere necessario riconsiderare le attuali pratiche di pianificazione costiera, per essere maggiormente preparati agli eventi futuri.
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