Un aliante capace di volare autonomamente nella stratosfera delle regioni polari e raccogliere preziosi dati utili per l'astrofisica o lo studio dell'atmosfera: si chiama Hermes (HEmera Returning MESsenger), un progetto dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) il cui responsabile scientifico e' l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Il primo test di volo si e' concluso con successo presso la base spaziale di Esrange, in Svezia. Cosi' come la divinita' greca trasportava i messaggi degli dei, il nuovo Hermes nato dal mondo della ricerca italiano ha lo scopo di raccogliere e trasportare a terra, immagazzinandoli in delle memorie a stato solido, le informazioni degli esperimenti scientifici realizzati ad altissime quote, nella stratosfera. "Questo e' importante per molti esperimenti in quota e in aree polari che producono enormi quantita' di dati impossibili da trasferire con le connessioni satellitari attualmente disponibili. In questo modo - ha detto Alessandro Iarocci, del Laboratorio Nuove Tecnologie e Strumenti (Lnts) dell'Ingv e referente scientifico di Hermes - i dati scientifici sarebbero recuperati anche se l'esperimento dovesse andare perso o non potesse essere portato a termine".
Lo strumento e' stato realizzato nell'ambito di Hemera, il progetto europeo coordinato dall'agenzia spaziale francese Cnes, che ha l'obiettivo di sviluppare una piattaforma su cui realizzare esperimenti scientifici al confine tra atmosfera e spazio. I primi test di Hermes si sono svolti con successo pochi giorni fa in occasione di una campagna di lancio organizzata ed operata dalla Swedish Space Corporation nella base spaziale di Esrange, nei pressi di Kiruna in Svezia.
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