"Siamo in momento transitorio della Commissione, ma emerge qualcosa che può aiutare nella stesura della relazione. C'è un elemento di ciò che è fattibile oggi con gli strumenti che abbiamo e un elemento di ciò che in futuro potrebbe essere fattibile se compaiono nuovi strumenti normativi. Questo potrebbe aiutarci ad avere un indice della relazione. Vi chiedo però la pazienza di continuare a farci lavorare. C'è tanta volontà di produrre qualcosa di significativo". Lo ha detto Padre Paolo Benanti, presidente del Comitato per l'intelligenza artificiale istituito presso il Dipartimento per l'informazione e l'editoria, in audizione in Commissione di Vigilanza.
"C'è un grande elefante nella stanza ed è il ruolo delle piattaforme, un settore nel quale c'è una giurisprudenza un po' timida nel riconoscere loro il ruolo di editore e forse è lì che bisognerebbe intervenire - ha detto ancora -. Non so con quali strumenti giuridici si possa fare. Conosco le origini: negli Usa ciò venne fatto per far crescere quella sezione di mercato, ma ciò avvenne in presenza di tante piccole entità commerciali.
Oggi chi gestisce l'intelligenza artificiale sono nove compagnie con un valore di capitalizzazione superiore al trilione di dollari. Al mutare dello scenario, forse quella premessa iniziale non è più in grado di gestire interessi globali".
"Questo è il grande tema soprattutto di fronte a un sistema di business che vede società monetizzare con i dati degli utenti e scaricare i costi sulla società civile - ha proseguito -.
Questo però travalica i compiti della Commissione. Tutto ciò che può orientare l'opinione pubblica in maniera non corretta è però determinante, soprattutto in un anno di grandi appuntamenti elettorali. Occorre capire come mettere i guardrail che consentano alla democrazia di rimanere tale".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA