BRA (CUNEO) - La prima a finire le scorte, al mercato italiano allestito per i 4 giorni di Cheese, è stata l'azienda di Amatrice Casale Nibbi, che ha venduto 1.500 'kit' di formaggi. E questa mattina, sul frigorifero vuoto, è stato appeso il cartello "Grazie Bra, abbiamo finito tutto, anche i biglietti da visita. Torniamo fra 2 anni. Intanto, saluti da Amatrice".
"Un successo della solidarietà, ma anche dei nostri prodotti, è la quarta volta che veniamo a Cheese ed abbiamo ormai clienti affezionati. Certo, il ricordo di cosa abbiamo vissuto e le enormi difficoltà quotidiane nel nostro lavoro, hanno dato un senso diverso alla nostra partecipazione". Il grazie ai clienti non è disgiunto dalla protesta: "Lo Stato ci ha abbandonato dice Luciano, solo tante chiacchiere. Ci hanno promesso che non ci avrebbero lasciati soli - continua Luciano con amarezza - e infatti ci hanno messo insieme ai terremotati di Ischia e agli alluvionati di Livorno, sperando che altri non si aggiungano a questa compagnia".
"Per andare avanti - spiega Amelia Nibbi, figlia del titolare - abbiamo dovuto ricavare un caseificio di fortuna dentro la nostra struttura, al posto del deposito delle mele". Perché i meli, come i ciliegi, ad Amatrice da due anni non fanno frutti, per colpa delle gelate tardive. "Siamo l'azienda numero uno di Amatrice, certificata bio - conclude Luciano - bisognerebbe che anche lo Stato si ricordasse di noi, invece solo tante belle parole nelle prime settimane e poi è sparito. E adesso arriva un nuovo inverno, speriamo in Dio, lui provvederà".
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