Sono sette i punti chiave indicati da Cia - Agricoltori italiani per aggiornare e riformare la legge 157/92 sugli animali selvatici.
1) Sostituire il concetto di protezione e conservazione con quello di gestione della fauna selvatica: se nel passato a prevalere era il rischio di estinzione di alcune specie, oggi occorre trovare un equilibrio con le caratteristiche ambientali, ma anche produttive e turistiche dei diversi territori.
2) Ricostituire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Comitato tecnico faunistico venatorio, a cui dare le competenze oggi divise in diversi ministeri.
3) Distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell'attività venatoria, garantendo l'effettiva partecipazione del mondo agricolo a tutela delle proprie attività; le procedure di programmazione devono essere semplificate e armonizzate con le Direttive europee.
4) Non delegare le attività di controllo della fauna selvatica all'attività venatoria, ma prevedere la possibilità di istituire personale ausiliario, adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia, per essere impiegato dalle autorità competenti in convenzione.
5) Rafforzare l'autotutela degli agricoltori sui propri terreni, in modo che siano autorizzati ad agire in autotutela, con metodi ecologici, interventi preventivi o anche mediante abbattimento.
6) Prevedere un risarcimento totale del danno subito dagli agricoltori causato da animali di proprietà dello Stato, superando la logica del 'de minimis', con procedure e tempi omogenei sul territorio, con la gestione affidata alle Regioni.
7) Rendere tracciabile la filiera venatoria per la sicurezza e la salute pubblica, partendo dalla presenza di centri di raccolta, sosta e lavorazione della selvaggina idonei e autorizzati in tutte gli areali di caccia.
In collaborazione con:
CIA