Sono sei le regioni nelle quali sono partiti i test in campo sul biocontrollo, la strategia che punta a favorire la transizione dalla chimica di sintesi ai prodotti biologici. I primi risultati sono stati presentati dalla Cia-agricoltori italiani nell’ambito del salone Sanatech del Sana, a BolognaFiere, in occasione del convegno “Progetto BioControllo: primi risultati e sviluppi futuri”, promosso con IBMA Italia, l’associazione delle aziende operanti nell’industria della bioprotezione in agricoltura.
Il biocontrollo, rileva la Cia, è fra i passaggi per raggiungere gli obiettivi europei fissati dal Green Deal ed è necessaria una “strategia di difesa che intervenga su processi e metodi in chiave bio per valutazioni precoci e tempestive del rischio di fitopatologie, monitoraggio con dati microclimatici e tecniche di contrasto sempre più idonee”. Il primo anno di attività di Cia e IBMA Italia, si chiude con sei regioni già coinvolte nelle prove di campo (Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Molise e Sicilia) e training con 20 incontri in quattro mesi per oltre 30 tecnici di nove regioni e oltre 60 partecipanti in totale, tra operatori e una rete di aziende in costante crescita.
Si tratta, prosegue la Cia, di “un percorso che sta investendo sullo sviluppo di tecnologie di biocontrollo (insetti utili, microrganismi, feromoni, sostanze naturali, ovvero circa l’8% del mercato dei mezzi tecnici per la protezione delle piante da organismi nocivi e malattie) nella logica di un’agricoltura sempre più green e innovativa, in linea con le strategie ‘Farm to Fork’ e 'Biodiversity’ e con i requisiti Ue, la riduzione, entro il 2030 del 50% dell’uso e rischio complessivo dei pesticidi chimici e del 50% di quelli più pericolosi”. I primi test sono stati condotti su viti, per contrastare oidio, tignoletta, cocciniglia e peronospora, e sugli ulivi, contro la mosca dell’olivo.
I prossimi sei mesi, prosegue la Cia, saranno “strategici” per mettere a punto i piani annuali, con un programma triennale che punta sulla ricerca grazie ad accordi con Cnr e Crea, attività di training tecnico e interlocuzione con il Servizio Fitopatologico Nazionale e regionale per facilitare l’iter autorizzativo di nuovi prodotti di biocontrollo. Il progetto complessivo punta a raggiungere l’intero territorio nazionale entro il 2024. “Una sfida necessaria”, ha detto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino. “Ora – ha aggiunto - richiede passi da gigante sia culturali che in termini di investimenti dove ricerca e innovazione, grazie ai 500 milioni del PNRR, ma anche alla nuova Pac, devono saper contemplare il biocontrollo nello sviluppo agricolo green. Inoltre -ha precisato- sperimentazione e validazione di protocolli di difesa fitosanitaria a basso impatto, contribuiranno a dare futuro a bio e produzione integrata”. Per Scanavino “non si tratta semplicemente di sostituire un prodotto fitosanitario con un altro, ma di intervenire su processi e metodi in chiave bio”.
In collaborazione con:
CIA Agricoltori Italiani