TORINO - Dalla patata turchesa del Gran Sasso al lupino gigante di Vairano, dal sale di Baleni raccolto dalla fonte del fiume Klein dalle donne sudafricane al maiale glabro della penisola dello Yucatán, conosciuto fin dall'epoca Maya. Sono solo alcuni dei 57 nuovi Presìdi Slow Food, provenienti da 18 Paesi, presenti quest'anno a Terra Madre Salone del Gusto.
Presìdi che fanno parte del progetto della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus che dal 1999 tutela i prodotti a rischio di estinzione. Tra le tante new entry, anche le antiche varietà di banane di Yogyakarta, nella provincia di Giava, il sorbo della Moravia Slovacca, lo Stichelton a latte crudo, un formaggio vaccino blu inglese il cui unico produttore è reduce da una battaglia, condotta anche con l'aiuto di Slow Food, per tentare di modificare il disciplinare dello Stilton, che obbliga a pastorizzare il latte e che, quindi, impedisce al Presidio di usare il nome storico.
Proprio in questi giorni si celebra l'arrivo del Presidio numero 500, il peperoncino serrano di Tlaola in Messico, Presidio totalmente femminile ed esempio di impegno di donne indigene e di emancipazione sociale ed economica legata alla riscoperta e valorizzazione della biodiversità.
Per l'edizione 2016 sono 28 i nuovi Presìdi italiani, 12 dei quali provenienti dall'Abruzzo. Presenti anche la Campania, la Calabria, l'Emilia Romagna, la Toscana, la Sicilia e il Piemonte, con il nuovo Presidio del dolcetto dei terrazzamenti della Val Bormida, antico vitigno coltivato a 600 metri grazie a un ingegnoso sistema di muretti a secco. Novità, anche il primo Presidio nazionale italiano, l'olio extravergine di oliva, che promuove i produttori di piccola scala che frangono olive di cultivar locali e di ulivi centenari. I nuovi Presìdi provenienti dal resto del mondo sono 29, 4 dall'Africa, 12 dalle Americhe, 3 dall'Asia, precisamente dall'Indonesia, e 10 dall'Europa.
In collaborazione con: