TORINO - Dire che Torino ospita Terra Madre Salone del Gusto non è certo un eufemismo, anzi a farlo è tutta la regione. Non solo, infatti, la città è la sede fisica dell'evento, ma sono i piemontesi in prima persona ad essersi nuovamente mobilitati per accoglierlo, accettando di ospitare in casa anche per questa edizione i delegati in arrivo da tutto il mondo. Mille i posti letti messi a disposizione, di cui 150 a Torino e 850 nelle provincie vicine.
A lanciare l'appello, nel mese di marzo durante la presentazione di Terra Madre Salone del Gusto, era stato il presidente di Slow Food Carlo Petrini. "Tempo fa - ricorda - in un momento terribile per l'ospitalità in Europa, ho chiesto ai torinesi e ai piemontesi un grande favore, quello di rinnovare e superare il grande impegno con cui hanno sempre accolto i delegati di tutto il mondo durante gli eventi organizzati da Slow Food. E a pochi mesi di distanza - aggiunge - in un momento in cui si ergono muri invece di costruire ponti, e in una situazione in cui dominano ancora la diffidenza e l'odio verso lo straniero e l'estraneo, sento di poter dire che sì, come si suol dire, 'la paura fa 90, ma la gentilezza, l'accoglienza, la condivisione, fanno 1000".
Per Petrini, "un risultato enorme, che testimonia ancora una volta l'affetto dei torinesi e dei piemontesi verso Terra Madre Salone del Gusto e verso la grande rete delle Comunità del cibo, una grande famiglia fatta di storie, di volti e di mani che, in 170 Paesi in tutto il mondo, lavorano e combattono per garantire cibo buono, pulito e giusto non soltanto a noi, ma soprattutto ai nostri figli". Un'accoglienza che si sposa perfettamente con la nuova formula del Salone, che per la prima volta esce dagli spazi chiusi di un polo fieristico per 'invadere' la città andando incontro alle persone e che è uno degli elementi che contribuiscono a creare dei legami, una rete e una comunità che vanno al di là dell'evento e dei suoi confini.
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