VERONA - Il mondo del vino guarda alla storia, con l'esempio dell'Impero romano frammentato nei popoli ma unito a testuggine negli assalti, e alla geografia con la Francia che ha una lunga tradizione di promozione all'estero di sistema e coadiuvata dalla propria rete di distribuzione moderna. E oggi, dal forum promosso da Veronafiere a wine2wine, chiede un'azienda unica per la promozione e un brand ombrello per meglio veicolare il vino made in Italy sui mercati internazionali. "Dobbiamo raccontare una grande storia - è l'appello di Sandro Boscaini, presidente di Federvini - non più tante storie dove tutti dicono di essere i migliori. C'è bisogno di un messaggio diverso: abbiamo preso una sbornia, il successo degli anni passati ci ha fatto pensare di poter andare in giro per il mondo a raccontare delle storielle in maniera un po' naif. Oggi dobbiamo trovare la maniera per metterci insieme, serve centralizzare il modo di raccontare il vino - oggi delegato alle regioni - come ha fatto la Francia. I mezzi ci sarebbero, ma ci facciamo del male da soli perché la burocrazia non li sa gestire e dobbiamo essere messi nelle condizioni almeno di spendere bene i soldi. I Paesi più illuminati sanno ottenere dazi zero".
"Vedrei molto bene un'azienda unica partecipata da pubblico e privato - Incalza Matilde Poggi, presidente Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi) - che si occupi della promozione di vino del mondo, sul modello francese. C'è sicuramente bisogno di un brand ombrello in grado di vendere il sistema Paese". "Sono d'accordo con l'ipotesi di un'azienda unica per la promozione, ma sono fondamentali - per Ruenza Santandrea, coordinatrice vino Alleanza delle cooperative settore Agroalimentare - anche gli accordi bilaterali che vanno sviluppati con l'Unione Europea. Non si più andare in ordine sparso nella promozione, serve una grande manifestazione in Asia dedicata al made in Italy. Un evento così costerebbe meno rispetto a tante altre piccole iniziative". "La rappresentazione dell'Italia - conclude Ernesto Abbona, presidente Unione Italiana Vini (Uiv) - è molto diversa da quella francese. Purtroppo ancora oggi il nostro Paese è una somma di regioni che creano ripartizione e frammentazione di risorse. In questo settore occorre tornare a premiare la meritocrazia: chi non raggiunge gli obiettivi non deve ricevere i finanziamenti".
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