Il Museo Civico Archeologico di
Bologna, di recente sottoposto a importanti lavori di sicurezza
e messa norma, ha ideato e curato la mostra "Etruschi. Signori
dell'Italia antica" che nei prossimi mesi, tra agosto 2022 e
marzo 2023, sarà portata in Cina, nelle città di Suzhou e
Chengdu, nell'ambito dell'Anno della Cultura e del Turismo
Italia-Cina 2022. Promossa dall'Istituto italiano di cultura di
Shanghai in collaborazione con il Consolato generale d'Italia a
Shanghai e l'organizzazione di MondoMostre, l'esposizione vanta
oltre 300 reperti provenienti dal museo bolognese per far
conoscere la civiltà etrusca ancora quasi del tutto sconosciuta
in Cina. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Bologna Matteo
Lepore, intervenuto alla presentazione del progetto espositivo.
"Questo è un museo di rilevanza internazionale e il lavoro
che porteremo in Cina ne è una conferma. Il 2022 sarà un anno
importate per noi perché decisivo nei rapporti tra il nostro
Paese e la Cina, per suggellare questa collaborazione. In questo
momento - ha proseguito - abbiamo 12 opere di Morandi in quel
Paese e produrremo sicuramente altre iniziative da protagonisti:
non ci limiteremo a portare le opere ma cureremo la direzione
delle mostre che verranno fatte".
Il percorso espositivo si compone di cinque sezioni tematiche
che porta l'attenzione sugli Etruschi analizzandone i principali
aspetti della vita quotidiana. Scelte iconiche per la
raffigurazione dell'uomo e della donna "ideali" sono per esempio
le due statuette in bronzo di devoto e devota dal territorio
bolognese o i coperchi di sarcofago in terracotta, le tombe e
gli oggetti che compongono l'immancabile corredo funerario, e il
celeberrimo specchio in bronzo inciso noto come "patera
cospiana" datato alla seconda metà del IV secolo a.C. E poi
alcuni preziosi monili in oro, ambra e vetro provenienti dai
sepolcreti bolognesi, la statua di leone funerario dal
sepolcreto dei Giardini Margherita e le due urne cinerarie in
alabastro della Collezione Universitaria realizzate nel III
secolo a.C., rispettivamente decorate dal mito di Mirtilo e da
una scena di caccia al cinghiale calidonio.
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