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Fotografia: Vasco Ascolini e le 'Capitali della cultura'

Fotografia: Vasco Ascolini e le 'Capitali della cultura'

A Parma immagini e incarichi dei più prestigiosi musei del mondo

PARMA, 19 luglio 2022, 15:23

Redazione ANSA

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Gli scatti di Vasco Ascolini che, con il suo punto di vista e stile inconfondibili, ha colto i dettagli di città capitali della cultura nazionali e internazionali, come Arles, Berlino, Il Cairo, Ginevra, Parma, Versailles e Tunisi, sono protagonisti della mostra 'Capitali della Cultura. Immagini e incarichi dei più prestigiosi musei del mondo', che inaugurerà venerdì 22 luglio (ore 18) nell'ex chiesa di San Ludovico a Parma alla presenza dell'autore, classe 1937, del sindaco Michele Guerra e dei curatori Amedeo Palazzi e Cesare Di Liborio. L'esposizione sarà aperta al pubblico il sabato e la domenica fino all'11 settembre. Ascolini è l'unico fotografo italiano di cui abbiano scritto lo storico dell'arte Ernst H. Gombrich e il medievalista Jacques Le Goff.
    Le sue fotografie sono state definite "eccezionali" dal critico Federico Zeri, la sua poetica è stata collegata alla messa in scena della scultura e ai gesti del teatro Kabuki dallo storico dell'arte Arturo Carlo Quintavalle. Cavaliere delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese, Ascolini personifica il motto 'nemo propheta in patria', perché, nonostante il riconoscimento internazionale, in Italia resta poco noto. Ascolini, che proprio a Parma negli anni Settanta ha iniziato la sua formazione come artista, partecipando da uditore alle lezioni universitarie di Quintavalle, torna in città con una mostra che vuole far vivere agli spettatori un'esperienza diversa e totalizzante: un maxischermo installato al centro della navata di San Ludovico proietterà le fotografie per un tempo adeguato a coglierne gli elementi rappresentati, con i soli testi descrittivi a interrompere il bianco del layout. In sottofondo, una selezione di suoni registrati in presa diretta in tutti i luoghi fotografati contribuirà ad aumentare lo straniamento. Non una mostra tradizionale, dunque, ma un film, con un inizio e una fine, il visivo associato all'audio, gli spettatori seduti e il buio in sala.
   

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