Il fascino di un'imponente sfera con
un reticolo di diverse stelle a triplo colore che, toccandosi,
diventano emblemi dell'integrazione tra individui senza
differenze culturali, razziali o morali. Ma anche la
celebrazione di un concetto artistico rivoluzionario, quello
dell'ipersimmetria, che gioca con strutture simmetriche
intrecciate. Si apre a Roma il 17 gennaio la mostra "La Star
Sphere al Pantheon - 10 anni Hypersymmetrics" dell'artista
svizzero Jens W. Beyrich, in programma Circolo della Farnesina
fino al 21 febbraio.
La mostra approfondisce il concetto dell'ipersimmetria, che
Beyrich ha iniziato a elaborare nel 2012, partendo da veri e
propri sistemi di equazioni matematiche. Da questa teoria,
l'artista arriva all'astrazione artistica, concependo strutture
geometriche con elementi regolari, simmetrici, ripetitivi che si
differenziano soltanto per la distribuzione asimmetrica del
colore. Semplici sistemi esagonali con tre colori abbinati ma
non appaiati, con cui Beyrich sviluppa elementi stellari
distinguibili che si possono poi disporre su superfici
rettangolari, anelli concentrici, sfere e poliedri, fino a
raggiungere 10 alla 126 variazioni differenti.
Ma la mostra, come recita il titolo, racconta anche la Star
Sphere, la grande installazione realizzata sulla base
dell'ipersimmetria, esposta al Pantheon fino al 30 gennaio, del
diametro di 2.60: una rappresentazione allegorica della realtà,
come simbolo di "unità nella diversità", sintesi di
un'auspicabile coscienza futura dell'umanità. Nel percorso
espositivo al Circolo della Farnesina sono presentati alcuni
dipinti ispirati all'ipersimmetria, nonché una piccola Star
Sphere in cristallo e una gigantografia dell'opera esposta al
Pantheon.
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