di Ida Bini
Visionarea Art Space-Auditorium della
Conciliazione di Roma ospita fino al 18 maggio la mostra Don't
Worry Don't Worry Don't Worry Be Happy Be Happy Be Happy di
Maurizio Cannavacciuolo, ironico artista postmoderno.
La personale, curata da Marco Tonelli, riunisce due cicli
inediti di 11 dipinti in bianco e nero che raffigurano la
convivenza di culture, credenze, religioni, miti e icone del
nostro tempo e della storia dell'Uomo. I temi trattati sono
eclettici, esotici, ricchi di riferimenti a culture e a popoli
della storia contemporanea e antica, orientali e occidentali, a
lingue e iconografie sacre e profane allo stesso tempo. Con la
sua pittura l'artista indaga in un intreccio di decori e
sovrapposizioni di immagini con un approccio ironico; il suo
scopo è indurre lo spettatore a esaminare ogni singolo dettaglio
dell'opera senza il condizionamento di concetti predeterminati.
"La ricerca iconografica di Maurizio Cannavacciuolo è intrisa
di quel certo humor tipico del teatro dell'assurdo - commenta
Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro
che organizza la mostra - ed è caratterizzata da una figurazione
che indugia tra il fumetto, la citazione delle pubblicità di un
tempo e un vasto substrato di simbologie sacre e profane".
Il primo ciclo presenta 6 grandi dipinti che uniscono il
triviale e il colto, intrecciando immagini che vanno dai
tatuaggi della gang salvadoregna Mara Salvatrucha a divinità
indù come Ganesh e Khali, da raffigurazioni di pipistrelli e
disegni tecnici di automobili ai chitarristi Jimi Hendrix o
Andrés Segovia. Sono presenti anche motivi decorativi tratti da
culture varie, dai tessuti giapponesi e sovietici ai reticoli a
ghirlanda ornamentali islamici fino ai pentagrammi musicali.
L'altro ciclo riunisce 5 opere più piccole, caratterizzate dal
marchio Versus, a cui l'artista dà titoli che sembrano
incomprensibili giochi di parole o scioglilingua.
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