Raccontare la storia dimenticata per
quasi 50 anni dei 650 mila giovani soldati italiani che, dopo
l'Armistizio dell'8 settembre 1943, rifiutarono di arruolarsi
nei reparti della Wehrmacht e della Repubblica Sociale Italiana
e vennero caricati sui treni diretti in Germania. E' l'obiettivo
della mostra 'Il treno degli internati militari - (IMI).
L'altra resistenza (1943-1945)' visitabile da oggi fino al 25
aprile prossimo nel Museo Ferroviario di Lecce.
L'esposizione, che arriva per la prima volta in Puglia, è
allestita in un convoglio storico e svela attraverso un percorso
di fotografie e pannelli descrittivi le varie fasi della storia
degli 'Imi'. La visita si conclude all'interno di un carro
ferroviario, analogo a quelli utilizzati per il trasferimento
dei militari italiani e dove viene proiettato un documentario
'Vite di Imi', realizzato dall'Associazione Nazionale Reduci
della Prigionia e dell'Internamento di Roma (Anrp).
Viene stimato che gli internati militari pugliesi siano stati
circa 30mila. I dati estratti dai registri Anrp hanno
documentato finora la storia di 11.855 pugliesi. Di loro 8931
hanno fatto rientro, 2924 sono deceduti.
"All'arrivo nei lager - si legge in una nota che racconta la
vicenda dei 650mila militari - viene proposto loro di scegliere
tra il ritorno in Italia (a condizione di aderire all'esercito
della Repubblica Sociale Italiana) o l'internamento nei lager
nazisti". "Vengono così segregati in Germania e in Polonia dove
sono sottoposti - precisano nella nota - a ogni forma di
violenza fisica e psicologica ma resistono, dando inizio a
quell'incredibile e spontaneo movimento di ribellione militare
di massa definito 'L'altra Resistenza' (A. Natta)".
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