(di Giovanni Franco)
Dalle immagini traspare l'antico
splendore di un passato glorioso in una terra ora martoriata
dalle ferite delle bombe, ma pronta rinascere a nuova vita. "Da
Beirut ad Aleppo" è il viaggio compiuto nel reportage da Houda
Kassatly. Le sue foto saranno presentate alle ore 18 sabato 25
giugno a Palazzo Sant'Elia a Palermo e domenica 26 giugno al
baglio di Stefano a Gibellina (Trapani), nell'ambito della
rassegna "La stanza di Ludovico Oggetti ad arte per il Museo
delle Trame Mediterranee" in ricordo del suo fondatore, Corrao.
Gli scatti ripercorrono la storia recente della capitale
libanese, dalla fine della guerra civile all'indomani
dell'esplosione del 4 agosto 2020, e documentano le distruzioni
che, durante la guerra, hanno devastato Aleppo in Siria con una
serie di fotografie realizzate nel 2018 per l'Unesco.
"Il rigore maestoso delle istantanee di Kassatly ci riporta in
Medio Oriente, nei luoghi orfani di guerra. Immagini belle,
nitide, mostrano case dove non resta traccia di vita, solo quel
che lasciano supporre gli spazi familiari violati dalle brutali
esplosioni. Di Aleppo rimane il riflesso dell'antico splendore
architettonico dei sultani mamelucchi (XIII-XVI sec.). Ombre
proiettate sulle pareti o sulle macerie sparse per terra. Un
cielo terso osserva brandelli di finestre che si affacciano su
prospettive chiuse da mura, o su cortili senza uscita",
affermano gli organizzatori dell'evento.
"Nelle zone di guerra non c'è futuro in vista. Sono andati via
quasi tutti, forse per sempre. Chi osserva si chiede dove siano
finite quelle famiglie, forse a Lesbo o forse disperse nei campi
profughi a Oriente o nelle periferie del nostro algido
occidente. Poi si arriva alla periferia di Beirut e quel che più
colpisce è l'abbandono, le case sono state svuotate per
ricostruire altrove. Gli echi delle voci lontane si trovano solo
nei versi drammatici dei poeti in esilio. I corpi sono spariti,
e con pudore l'artista ci mostra le stanze deserte, e del
ricordo delle vite vissute in quei luoghi riconosciamo le tracce
nell'ordinata pulizia delle macerie. Non vi sono altri segni di
vita, solo eleganti rifiniture di un antico benessere", spiega
l'autrice. E aggiunge: "Da queste immagini di un mondo
sofferente nasce il desiderio di ricostruire la speranza, e
questa è come Beirut, una fenice che rinasce dopo le guerre
grazie alla volontà delle persone".
Houda Kassatly, 62 anni, di Beirut ha conseguito un Dea in
Filosofia presso l'Università Paris I Panthéon, Sorbona, nel
1984 - Nanterre. Dal 1986, tornata nella sua città natale,
indirizza la sua vita professionale verso la ricerca e la
fotografia. Nel1987 la fototeca del Centre Georges Pompidou di
Parigi ha acquisito un centinaio di sue foto. Nel 1992,
l'Institut du Monde Arabe ha ospitato la sua prima mostra
personale. Da allora, le opere fotografiche di Kassatly sono
state regolarmente esposte, sia in gallerie che in centri d'arte
a Beirut e in Europa.
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